Un pizzicotto, un dolorino: la spia rossa che s’accende e la freccia azzurra che si ferma. Mani in alto, ci sono la Fiorentina e il Villareal e l’Inter e la sera di Maggio finisce qua, minuto tredicesimo, l’ora (più o meno) prevista per lui, però senz’alcun intoppo. « Affaticamento ma verifichiamo» . Il post-partita è una corsa alle vocine dello spogliatoio, in attesa del responso a muscoli raffreddati: ma quel che resta di Verona, del Chievo e della sua arma letale è il profondo senso d’inquietudine che si coglie qua e là.
OTTIMISMO E VOLONTA’ – Il calcio del Terzo Millennio è un concentrato di appuntamenti, un carico di fatica che produce acido lattico e rischi imprevedibili: il Cesena, il Manchester, il Milan, però anche la Nazionale, i voli, i cambiamenti climatici; e quando Maggio ha sentito la campanellina all’altezza degli adduttori, la resa è divenuta inevitabile, perché il pericolo di una contrattura, di uno stiramento, d’uno strappo s’era annunciato. Chievo- Napoli è andata e il conto alla rovescia è cominciato di slancio, ben prima del triplice fischio di chiusura, ben lontano dall’avvento della Fiorentina al San Paolo, l’amatissima ex da sfidare ad ogni costo, in piena forma, con le gambe sciolte e però anche la testa sgombera da qualsiasi preoccupazione: «Mister….» . A volte basta poco, uno sguardo, e sul tabellone, pronto ad avvicendare altri, è comparso l’11 di Cristian Maggio, liberato da qualsiasi timore, consegnato alle cure e all’ottimismo del dottor De Nicola, sistemato in sala d’attesa per stamani.
CHE FASCIATURA – Il calcio è anche imprevisti e nelle pieghe di Chievo-Napoli, quasi senza averne percezione, Blerim Dzemaili rimedia la tacchettata che lascia il segno, nel fisico, nel morale, e che fa sembrare il San Paolo distante un’enormità: la fasciatura (nello spogliatoio) alla coscia destra sa di sentenza, ma tre giorni, magari, possono aiutare a superare indenne l’ostacolo, per rimettersi a disposizione di Mazzarri e consentirgli di evitare l’emergenza, di non doversi inventare come alternativa a Gargano ed Inler, eventualmente gli unici abili del settore, un medianone insolito.
SI DECIDE -La notte è fatta per sognare e però – in questo caso – anche per guarire e a Castelvolturno, al ritrovo, la scaletta della giornata riparte da Maggio e da Dzemaili, dagli accertamenti alle cosce malandate, dagli impedimenti d’una serataccia da rifilare nel cestino, appollottolata come un foglio di carta scarabocchiata. Poi, un occhio a Lavezzi, un altro a Donadel; una chiacchieratina con Britos; una seduta defatigante per chi a Verona comunque ha dato ed allenamento rigoroso per gli altri. Prima di mettersi seduti, comodi, a studiare la Fiorentina che ha strapazzato il Parma. E a leggere il bollettino medico.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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