Un’authority, meglio ancora una Consob del calcio, un organismo che dia vita a un nuovo corso del calcio italiano. Anzi, a una nuova epoca. E la Consob del pallone non potrà avere al suo interno gli attuali dirigenti della Lega o della federazione. E’ il consiglio di Diego Della Valle, presidente del gruppo Tod’s e azionista di maggioranza della Fiorentina, che non approva il modo di vivere ( e sopravvivere) di questo mondo. Prima, però, un passo indietro, perchè con Moratti i rapporti sono di rottura totale, e quel tavolo che Della Valle aveva chiesto in due diversi e durissimi comunicati doveva servire anche per questo: chiarire il post- calciopoli e ripartire verso il calcio del futuro. Così spiega il signor Tod’s.
Ancora Moratti –« Quando qualche settimana fa ho detto che serviva un tavolo di discussione era per dare un chiarimento serio alla situazione attuale. Bastava parlarsi, poi però tutto ha preso una piega strana, con una polemica strumentale, che ha portato lontano dal mio obiettivo primario. Su Moratti ho già detto quello che pensavo, le risposte offensive o da bar che ha dato non hanno certo migliorato la considerazione che ho di lui. Il suo comportamento si giudica da solo, non ha accettato il chiarimento. Forse si è spaventato che potesse tornare a galla un certo tipo di questione. Su calciopoli, non mi fermerò qui e nelle sedi opportune ne chiederò conto a chi ha istruito il processo su di me e sulla Fiorentina. E’ un processo istruito con poca professionalità o con la chiara intenzione di farlo a metà. Voglio sapere cos’è realmente successo e perché ci hanno coinvolto. Non penso che si possa contare sul silenzio, non lo permetterò » .
La crisi– Chiusa la premessa, Della Valle punta deciso sul cambiamento del mondo del calcio.« Sono entrato pensando ad un nuovo modello, fatto di valori e di giovani e ho visto invece che l’ambiente non era molto attrezzato per queste cose. Tranne alcuni presidenti, altri hanno continuato a percorrere la loro strada, senza avere una visione di lungo periodo che possa riportare il calcio italiano dove merita. Ora serve un’analisi critica e autocritica per capire cosa accade. Nel calcio si può dire sempre tutto e il contrario di tutto e questo non è giusto. Penso che si farà fatica a rifondarlo se questo deve passare dal pensiero dei presidenti delle varie società. Spesso si va dietro al bisogno dei singoli, anche solo per un giocatore da scambiare. Questo è il motivo per cui in pochi anni siamo passati dalla posizione di migliori a tremare di fronte ai club stranieri. Il fatto che poi non ci siano investitori di livello è un problema e succede per la mancanza di regole: dobbiamo realizzare le condizioni per agevolare gli imprenditori a investire in Serie A così come accade in Inghilterra e Francia » .
Dirigenti da pelle d’oca – «Per recuperare lo spirito giusto serve organizzare il calcio in modo serio e non si può assegnare questo compito ai presidenti attuali. Ce ne sono alcuni che sanno fare il loro mestiere, altri che invece sono nel calcio per ottenere situazioni favorevoli di mercato e altri ancora a cui il calcio serve per sostenersi personalmente, vistoche non hanno cultura imprenditoriale. Se oggi c’è una polemica sullo sciopero nel prossimo turno, un problema davvero minore rispetto a quello che il Paese vive, è la dimostrazione di come sia stata gestita nel tentativo di mediare gli umori di tutti. Lavorando anche in società esterne al calcio e quotate in Borsa, credo che ci sia proprio bisogno di un’authority esterna che costruisca il percorso giusto per portare il calcio italiano nel futuro. Durante la polemica sui diritti tv mi sono accorto che ci sono presidenti con cui si può parlare e altri che mi fanno venire la pelle d’oca quando li vedo pontificare in tv, gente che non merita un minuto di attenzione. Il loro unico pensiero è dividersi i diritti tv, tirare a campare e magari farsi dei soldi. Il calcio del futuro va costruito assieme ai tifosi puntando sulla qualità di tutti i protagonisti, con regole precise senza farsi condizionare anche da gruppi di persone che possono criticare. Dobbiamo puntare al rispetto di chi ci vede, partendo dai giocatori che ogni volta che cambiano maglia dicono di aver sognato di vestirla da una vita salvo poi andarsene quattro mesi dopo. E lo stesso vale per presidenti e dirigenti. Non c’è rispetto per la gente, il calcio sembra un porto franco dove si può dire e fare di tutto e non deve essere così. Senza cambiare queste cose continueremo a vivere il Barcellona come se fosse il circo Orfei, ovvero qualcosa che fa sognare. La metafora di Galliani (” da ristorante siamo diventati una pizzeria”) è abbastanza condivisibile » .
Spese Immorali – «Molti miei amici imprenditori sarebbero felici d’investire in un mondo chiaro, ma sarà impossibile se continueremo a vivere fra le diatribe di presidenti che un giorno si amano e quello dopo si odiano. L’esempio deve essere quello della Borsa dove ci sono centinaia di aziende che non hanno rapporti fra loro e che si muovono entro i limiti imposti da autorità superiori e competenti. Occorre ritrovare una giusta moralità perché certe cifre, certi stipendi che ho sentito in questigiorni sono immorali soprattutto in un momento in cui tante persone rischiano quotidianamente il posto di lavoro e tanti giovani che hanno studiato sono disoccupati » .
La Consob – «Chi stabilisce le regole deve essere fuori dal Palazzo. Faccio l’esempio della Consob, la società che controlla le aziende quotate, dove il presidente non si preoccupa certo della singola società ma del quadro generale. Il problema è dentro al mondo del calcio e non credo che possa essere risolto dagli attori attuali: Beretta è stato scelto dalla Lega e deve governare per i dirigenti che l’hanno scelto. Servono regole e paletti. Per esempio: una società di calcio non può essere acquistata da chiunque, perchè ha bisogno di investimenti e se uno non ha la forza di gestirle poi si ritrova come a Firenze, quando siamo arrivati noi. Altro esempio: può essere mai che nel consiglio federale vi siano dei dirigenti condannati? E’ gravissimo. Per avere di nuovo un calcio giocato di qualità, bisogna avere prima un calcio ragionato. Ero sicuro che con volontà, determinazione e convinzione si potesse fare qualcosa e invece ho la frustrazione di aver capito che non è così. Serve un progetto, con scadenze di 4- 5 anni. Sono convinto che il 30% dei presidenti è dalla mia parte, il 50 per cento no » .
No a Barcellona e Russi– Il progetto è chiaro, mancano gli esecutori perchè Della Valle dice che questo non farà nessun appello al mondo politico. Nemmeno gli esempi del Barcellona e degli investitori russi sono quelli giusti:« Il Barcellona è pieno di debiti e le società del futuro sono impostate in maniera completamente diversa da quelle attuali. Servono strutture in grado di calmierare i prezzi, voglio vedere cosa accadrà al Barcellona quando arriverà il fair- play finanziario » .
I Tempi– Secondo il patron viola, un mese potrebbe bastare per cambiare il sistema.« Se cominciamo a pensare di cambiare davvero il calcio attraverso una governance che conosce il mondo del pallone mondiale è sufficiente un mese. Se mi invitano in Lega a parlarne, ci vado volentieri. Altrimenti mi fermo qui. Quotare la Fiorentina in Borsa? E’ una cosa assurda, vorrebbe dire che c’è qualche problema. Credo anche che la Consob oggi non voglia più vedere le squadre di calcio. Che ruolo dovrebbe avere in tutto questo la federcalcio? Rimando il discorso a chi dovrà occuparsene » .Gli chiedono se per caso rivede nella sua posizione anche quella di De Laurentiis. Risposta:« C’è un’altra domanda? ».
Per Prandelli– Immancabile qualche stoccata all’ex allenatore della Fiorentina.« Io sono uscito dal calcio perchè una persona mi ha deluso. Mi sono detto: ” se anche lui fa così…” », primo riferimento al ct.« A volte si ha paura anche della curva o di quattro critiche e proteste. Ma non bisogna fermarsi. Chi ha contestato in un certo modo la Fiorentina però è un delinquente, non un bischero », secondo riferimento: Prandelli aveva definito una bischerata ( nel senso di una cosa da niente) l’incontro a Coverciano fra lui e quei tifosi che avevano contestato la squadra in ritiro. Per finire:« Sulla Fiorentina dovete chiedere a Corvino, ma voi prandelliani non attaccatelo troppo » ,rivolto ad alcuni giornalisti di Firenze.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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