Bianco o nero: il passato che ritorna è un filmino della memoria un po’ ingiallito nel tempo, ma in quest’ora e mezza da «Vecchio Signore», il revival di se stesso è un puntino che si perde tra i ricordi e sfila via, afferrato da guantoni grossi, da mani sicure. Napoli-Juventus, rieccola: con il pathos dell’Evento e l’attesa dell’Avvenimento, con i titoli di testa autografati da Madame, cui vanno incontro le braccia tese d’un uomo abituato a scacciare via le insidie a modo suo, un colpo d’ala e via verso la gioia: « Qui stiamo costruendo una base per successi importanti, stiamo lavorando per toglierci delle soddisfazioni e regalarle ai nostri tifosi, che le meritano. Qui vogliamo vincere qualcosa ».
IN MARCIA – La fabbrica del sogno è in quell’area dominata dall’alto di un’autorevolezza conquistata a suon di capolavori e il De Sanctis che esce spericolatamente dall’Allianz Arena è il quarto tenore eletto a idolo da una città che s’è persa in quella sua folle corsa a ritroso, cinquanta metri tutti d’un fiato, per sventare il pallonetto di Gomez, evitare il 4-2 e presentarsi con dignità alla Juventus. «E’ andata bene, perché almeno abbiamo contenuto la sconfitta, visto ch’era l’ultima azione. Sarebbe bello se alla fine quella parata potesse servire per qualificarci, in virtù di una migliore differenza reti. Ma adesso pensiamo alla sfida di domani, dobbiamo riprendere la nostra marcia in campionato e per riuscirci servirà carattere, tanto carattere: la Juve si affronta così».
IL NUMERO 1 – La partita nella partita è in quella sfida tra giganti a distanza; ed in questa vigilia impregnata d’adrenalina, le voci che si accavallano nell’etere ribaltano gerarchie un giorno inattaccabili che investono De Sanctis d’una pioggia di complimenti e che arrivano dall’alto magistero di Tacconi («in questo momento è più bravo lui di Gigi, anche perché l’infortunio subito da Buffon è stato penalizzante») e di Garella (« il migliore in Italia, ora, è De Sanctis, con Handanovic ») o dalla cattedra d’uno Zoff bipartisan («duello bellissimo: De Sanctis sta facendo cose grosse, Gigi sta recuperando: gran match»).
La laurea ad honorem è un attestato di fiducia denso di spessore tecnico, un riconoscimento griffato d’autori di fama: però, tra un po’, si gioca. «E bisognerà confermarsi. Affronteremo la capolista, dunque la squadra che sta meglio di ogni altra e che è reduce da una vittoria in casa dell’Inter. Noi ci stiamo preparando per una partita complicata e ci teniamo ovviamente a far bene».
BRACCIO DI FERRO – Nella notte delle stelle, si nasconde una fettina di scudetto: e per quell’ora e mezza da vivere con le mani in alto, il De Sanctis attore protagonista dinnanzi ai microfoni di Sky ha già preparato la sceneggiatura giusta: «Il Bayern ormai appartiene all’archivio, in questo momento stiamo pensando soltanto alla Juventus. Sarà difficile, ma si sa. Io conosco bene sia Mazzarri che Conte: il primo mi allena da tre anni, con l’altro ci ho giocato. Entrambi hanno le stesse qualità per dare il massimo nel proprio lavoro. Dell’uno e dell’altro posso solo parlar bene. Siamo due squadre che inseguono il risultato attraverso il gioco, ma noi inseguiamo e vogliamo ritrovare il nostro ritmo. Perché poi ci toccherà pensare al City. Noi ci crediamo».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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