Puntare, mirare: colpiti. Palle arroventate s’aggirano sul san Paolo e da Lavezzi a Berlusconi, dal presidente della Lega Beretta a quello di Infront – Bogarelli – da Platini in giù, De Laurentiis (arrivato in elicottero allo stadio) ne ha per tutti.
Lavezzi è tornato.
«E ora, l’ho detto anche a Mazzoni, il suo procuratore, me lo porto in barca a Capri per un giorno e gli faccio il lavaggio del cervello: se vuole stare qui, deve comportarsi da napoletano, assumersi le proprie responsabilità, non chiedere a Natale di andar via prima, né farsi espellere».
Quasi un decalogo.
«Parlerò con gli altri calciatori, chiederò di evitare proteste, di non simulare, di prendere esempio da altre nazioni. L’arbitro ha il coltello dalla parte del manico, ma i nostri giocatori forse hanno nel sangue una familiarità con la teatralità. Chiedo maturità».
C’è il rischio dello sciopero, alla prima di campionato.
«Magari andasse così, avremmo la possibilità di far allenare meglio Lavezzi e Cavani. Io non entro nel merito della questione, ma qui tante cose non vanno: dipendesse da me, non farei la sosta a Natale. E non comincerei il 28 agosto, con le città vuote. Ma i discorsi sarebbero più ampi, riguardano anche l’immagine, il potere Nike e Adidas, la possibile nullità di talune procedure contrattuali».
In Lega l’aria è pesante.
«Cosa volete che dica. In Lega si va a perdere tempo, a mangiare panini immangiabili per un festival dei trigliceridi. Mi chiedo: ma perché a guidarci c’è ancora uno che viene da Confindustria? Vogliamo darci un organigramma, diventare seri?».
Il suo tormento sono i diritti tv.
«Il nostro problema è Infront e un signore di nome Bogarelli, che si è preso la briga di acquisire l’estero però senza garantirci con fidejussione. E noi glielo abbiamo concesso. E abbiamo subìto una rapina. Poi bisogna vedere quali conseguenza avrà la multa del lodo Mondadori su Berlusconi, se quei 600 milioni di euro finiranno per incidere anche sull’acquisizione dei diritti del digitale, finora regalati. Per non parlare dell’Europa. Ma se Platini non è in grado di rimediare quattro miliardi di euro, ci chiami. Non dico si faccia da parte, sono rispettoso dei ruoli: ma almeno ci interpelli».
I fronti aperti sono parecchi.
«Vorrei ancora capire cosa si nasconda dietro Dahlia, che ci è costata una cifra e c’è ancora qualcuno che rompe le scatole. Un gioco al massacro consentito da noi presidenti».
Una parentesi sul calcio giocato.
«M’è piaciuto Fernandez; credo in Lucarelli. Mi accontenterei del quarto posto, perché Milan, Inter, Juve e Lazio sono forti; poi ci sono i misteri: la Roma. E, infine, non è vero che io volevo Trezeguet e Mazzarri no: il francese, a cui va il mio rispetto, è stata un’idea di Bigon, ma poi tutti assieme abbiamo fatto una valutazione».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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