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CdS – De Laurentiis: «Lavezzi? Gli lavo il cervello»

Arriva allo stadio in elicottero: De Laurentiis ne ha per tutti e sull’argentino è chiaro

Puntare, mirare: colpiti. Palle ar­roventate s’aggirano sul san Paolo e da La­vezzi a Berlusconi, dal presidente della Lega Beretta a quello di Infront – Bogarelli – da Platini in giù, De Laurentiis (arrivato in eli­cottero allo stadio) ne ha per tutti.

Lavezzi è tornato.

«E ora, l’ho detto anche a Mazzoni, il suo procuratore, me lo porto in barca a Capri per un giorno e gli faccio il la­vaggio del cervello: se vuole stare qui, deve comportarsi da napoletano, assumersi le proprie responsabilità, non chiedere a Natale di andar via prima, né farsi espellere».

Quasi un decalogo.

«Parlerò con gli altri calciatori, chiederò di evitare proteste, di non simulare, di prende­re esempio da altre nazioni. L’arbitro ha il coltello dalla parte del manico, ma i nostri giocatori forse hanno nel sangue una fami­liarità con la teatralità. Chiedo maturità».

C’è il rischio dello sciopero, alla prima di campionato.

«Magari andasse così, avremmo la possi­bilità di far allenare meglio Lavezzi e Cava­ni. Io non entro nel merito della questione, ma qui tante cose non vanno: dipendesse da me, non farei la sosta a Natale. E non comin­cerei il 28 agosto, con le città vuote. Ma i di­scorsi sarebbero più ampi, ri­guardano anche l’immagine, il potere Nike e Adidas, la possibile nullità di talune pro­cedure contrattuali».

In Lega l’aria è pesante.

«Cosa volete che dica. In Lega si va a perdere tempo, a mangiare panini immangiabi­li per un festival dei trigliceri­di. Mi chiedo: ma perché a guidarci c’è anco­ra uno che viene da Confindustria? Vogliamo darci un organigramma, diventare seri?».

Il suo tormento sono i diritti tv.

«Il nostro problema è Infront e un signore di nome Bogarelli, che si è preso la briga di acquisire l’estero però senza garantirci con fidejussione. E noi glielo abbiamo concesso. E abbiamo subìto una rapina. Poi bisogna ve­dere quali conseguenza avrà la multa del lo­do Mondadori su Berlusconi, se quei 600 mi­lioni di euro finiranno per incidere anche sul­l’acquisizione dei diritti del digitale, finora regalati. Per non parlare dell’Europa. Ma se Platini non è in grado di rimediare quattro miliardi di euro, ci chiami. Non dico si faccia da parte, sono rispettoso dei ruoli: ma alme­no ci interpelli».

I fronti aperti sono parecchi.

«Vorrei ancora capire cosa si nasconda die­tro Dahlia, che ci è costata una cifra e c’è an­cora qualcuno che rompe le scatole. Un gio­co al massacro consentito da noi presidenti».

Una parentesi sul calcio giocato.

«M’è piaciuto Fernandez; credo in Luca­relli. Mi accontenterei del quarto posto, per­ché Milan, Inter, Juve e Lazio sono forti; poi ci sono i misteri: la Roma. E, infine, non è ve­ro che io volevo Trezeguet e Mazzarri no: il francese, a cui va il mio rispetto, è stata un’idea di Bigon, ma poi tutti assieme abbia­mo fatto una valutazione».

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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