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CdS – De Laurentiis: “Il mio piano per il Napoli”

Il presidente partenopeo: "Incntrerò martedì Mazzarri, ma non ho fretta"

Eppure è un’agenda: ma quello scadenzario che incombe in realtà sembra la mappa d’un tour de force che conduce da Napoli a Londra e poi a Berlino, prima di arrivare a Milano. Il giro d’Europa in cinque giorni, tenendosi la Coppa Italia (virtualmente) al fianco e spingendosi nel futuro attraverso le idee, volando dolcemente poggiato nella nuvoletta del ricordo dell’indimenticabile notte dell’Olimpico e poi atterrando nella realtà da governare con un ciak, è una faticaccia ( «per interessi cinematografici» ) che Aurelio De Laurentiis affronta dopo aver completamente attraversato quell’universo “pieno” di Mazzarri e di Insigne, di Cavani e di Lavezzi e di Mazzarri, di amichevoli fascinose e di messaggi subliminali da cogliere al volo.

LORENZO IL MAGNIFICO – Giovane e forte: i numeri non mentono mai e le 18 reti in B, sommate alle 19 della passata stagione in C, hanno trasformato Insigne in Lorenzo il magnifico interprete del 4-3-3 di Zeman, un genietto che ha conquistato De Laurentiis e l’ha spinto ad osare, come consuetudine, sulla freschezza d’un talento che il Napoli ha cresciuto in casa e che rappresenta – allo stato – un’istruzione sull’uso per Mazzarri. «Mi chiedete se Insigne ci può star bene in questa squadra e io non ho problemi a rispondere: a condizione che lo fai giocare, è chiaro che può starci; perché se poi non gioca, non ci sta bene, no. E’ chiaro?» .
GIRO DI WALTER – La domanda (sul giorno) sorge spontanea: ma quando si incontreranno Mazzarri e De Laurentiis, per verificare le rispettive teorie e quindi pianificare? Il contratto “vivo” del tecnico di San Vincenzo (scadenza 2013) in teoria rimuove ogni perplessità, ma in pratica restano da affrontare un confronto sulle strategie, sul desiderio dell’allenatore di arrivare a (eventualmente costosi) top-player, sulla filosofia societaria che invece insegue piedi buoni e materia grigia senza distrarsi dal rispetto del fair-play finanziario: «Io ora sono qui ma lui è dovuto tornare a casa e rientrerà a Napoli per ritirare il premio Bearzot, quando invece sarò all’estero. Potremmo vederci martedì… Ma siete voi ad aver fretta» .
I TEN… ORI DI NAPOLI – Dall’estasi al tormentone, nel breve volgere di qualche pomeriggio: la coppa Italia è là sul tavolo, mentre intorno è già l’ora del mercato, delle indiscrezioni, delle “soffiate”, dei matador e dei pocho, dei tenori d’una Napoli che ascolta: «Quanto a Cavani: esistono nel mondo i folli e se un folle viene a presentarmi un’offerta pazza, ma proprio pazza, allora non posso esimermi. Ma io di matti in giro non ne vedo. Come s’usa dire: pagare moneta, vedere cammello. Un anno fa, in tanti dissero che Hamsik sarebbe andato via, al Milan: e invece lui a novembre ha firmato con me, per il Napoli, su un foglio di carta. E solo dopo 4 mesi abbiamo messo tutto sul contratto. Per ciò che concerne Lavezzi, io finora non ho visto soldi: ricordo una canzone, mo’ viene Natale, non tengo danari…» .
SQUADRA PIU’ LARGA – E’ appena finita ma quando ricomincerà sarà campionato, coppa Italia ed Europa League e il modello-De Laurentiis del Napoli che verrà prevede un organico ricco e abbondante: «In passato, abbiamo ragionato in certi termini; ora l’esperienza mi spinge a dire che dobbiamo essere di più, perché gli impegni sono aumentati. Bisogna sposare questa scelta societaria, non far prevalere chi ha il muso lungo, e dunque aver coraggio nei cambi. Il lavoro non ci spaventa, c’è Bigon che oltre ad essere un bravissimo dirigente è anche un uomo colto e raffinato, uno dei migiliori acquisti della mia gestione. Ho proposto ad Abete una novità: l’allungamento della panchina per l’intera rosa. Ma i calciatori in Italia devono ragionare in funzione dell’utilità del gruppo» .
ESTATE CHIC – Ma il calcio di De Laurentiis è assai altro ancora: «Non si è capito che il football è un’industria. Ho applicato la mia politica aziendale nel cinema e qualcuno sorrideva. Se Platini dice che va rispettato il rigore finanziario, ci sto e mi adeguo; ma se poi il discorso viene disatteso, allora posso far uscire 2-300 milioni e far saltare il banco. Noi presidenti dobbiamo essere parte attiva, vigile: alla guida di questo sistema servono manager illuminati, non chi sottrae soldi privandoci della possibilità di allargare i proventi. Il football è l’intrattenimento più desiderato. Comunque ora vado a Londra, spero di convincere il Chelsea a giocare la bella con noi. Mi piacerebbe pure un’amichevole con Manchester e Psg. La Supercoppa la giocheremo in Cina, ma dobbiamo verificare alcuni aspetti importanti» .
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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