I have a dream:e quel sogno, confessato in video, è il bello della diretta con il cuore: «Lo scudetto? Sognare non costa nulla» .I have a dream:e con gli occhi spalancati nel futuro, deambulando tra uno stadio tutto nuovo, un calcio da riverniciare nell’anima e il diavolo da afferrare per le corna, Aurelio De Laurentiis rompe gli indugi, strappa per un attimo i collegamenti con la razionalista e sussurra a Sky che nulla è impossibile, manco fasciarsi di tricolore e poi sfilare via dalla felicità: «L’obiettivo è sempre arrivare tra le prime cinque al volatone, poi, come in un film che si rispetti, andare a verificare il finale» .
IL DREAM TEAM –Da Cesena a Manchester e dall’Etihad Stadium al San Paolo: il pallone rotola velocemente e in questo turbinio d’emozioni a getto continuo, la pausa di riflessione diviene brevissima, un lampo, pardon un battito di ciglia.
«Da tifoso dovrei pensare solo alla vittoria, da presidente mi godo l’evoluzione della partita. Napoli-Milan è un evento speciale, ma io la vivo comunque con serenità. A loro mancherà qualche prim’attore, ma l’organico dei rossoneri è talmente ampio e di spessore da non comportare alcun pregiudizio. Ho sentito ciò che ha detto Galliani, del quale sono amico: a lui la Champions e a me lo scudetto! Se a lui va bene… Ma io visto che il gioco avvince, se proprio devo sbilanciarmi, allora dico che vincere la Champions non ha concorrenza» .
IL NUOVO SAN PAOLO –La domenica«in» (l’ennesima) di Fuorigrotta è in quel fiume di uomini, donne e bambini che scorre via lieve verso il San Paolo, l’oggetto d’un desiderio insopprimibile che De Laurentiis culla tra i suoi progetti, un piano d’intervento da avviare in tempi rapidi:
«Dopo essere stato in Inghilterra, è inevitabile pensare ancor di più auno stadio diverso. Io ho in mente da due anni una rivoluzione totale di Piazzale Tecchio, dove si può costruire una città nella città. Sarebbe semplice comprare un terreno e costruire daccapo un impianto: ma quello è stato il teatro di Maradona, lì c’è la storia del Napoli. Ho già parlato con il sindaco De Magistris, la rivalutazione di quella zona è un processo da eseguire guardando però lontano, creando una nuova area che risponda alle esigenze non immediate ma a quelle che nasceranno tra vent’anni» .
MAZZARRI REGISTA –Ciak, si ricomincia: ma prima di lasciarsi travolgere dall’adrenalina della partita, una carrellata sul recentissimo passato, sulla sovraesposizione mediatica («a me non piace esserci sempre, ma rappresento il Napoli e devo metterci la faccia»), sulla contrapposizione primaverile con Mazzarri, a Maggio avvicinato alla Juve e per un po’ un ex in pectore del Napoli:
«Lui è il mio regista. Io non mi permetto di fare l’allenatore, né di confrontarmi con la sua competenza che è enorme: le decisioni sono sue. Abbiamo avuto modo di parlarci e chiaramente, senza veli: lui è un toscano, io sono schietto quanto lui, va tutto benissimo» .
SUPERCAMPIONATO –C’è un Napoli- Milan da vivere tutto d’un fiato e però c’è pure un calcio da rivoltare come un calzino o come la sceneggiatura d’un film da riproporre per platee immense, universali: e la visione moderna del football di domani è sotto quell’occhio di bue che De Laurentiis tiene perennemente acceso:
«Bisogna modificare la nostra serie A, portarla prima a diciotto e poi a sedici squadre e magari bloccare anche le retrocessioni e con pagamento di penalties. E poi bisogna che si dia vita a una grandissima manifestazione continentale, gli otto migliori club di Spagna, Francia, Germania, Italia e Inghilterra».
Luci al san Paolo, ora.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
Foto tratta da gianlucadimarzio.com
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