Uno, due e tre: e in quel ménage inaspettato, che traccia nuovi orizzonti, è racchiusa la sintesi d’una filosofia che racchiude sette anni di conquista, un viaggio iperbolico che ha condotto dalla C alla Champions, quasi senza fermarsi. Si scrive Napoli ma si legge fantasia: e in un’estate abbagliante, che va da Inler a Dzemaili e da Fernandez a Britos, il gusto di vibrare viene tenuto vivo persino in pieno giorno, e mandato in onda a reti unificate tra Sky e Radio Marte, da un De Laurentiis senza veli che legittima il diritto di sognare d’una città sospesa tra i guizzi da funambolo di Lavezzi, Rossi e Balotelli, effetti speciali da sorbirsi tutto d’un fiato.
BANDIERA ROSSI – Il signor Rossi non è un uomo qualunque e in quell’avvoltoio italoamericano, un po’ bomber e un po’ bandiera della new generation, c’è l’essenza di un progetto lungimirante che De Laurentiis ha già steso sul san Paolo: « Ho chiamato Rossi un mese fa e non mi ha detto no. Intuisco l’aspirazione di andare al Real o al Barcellona, ma ora torno in Spagna, lo cercherò di nuovo, cercherò di nuovo il Villareal. Sono disposto a prenderlo e poi aspettarlo magari sino a gennaio o sino a giugno. A me quel ragazzo piace: l’ho trovato pacato, tornerò alla carica » .
BALOTELLI DIROMPENTE – Il mercato affascinante con vista sulla Champions è in quella raffica di annunci che hanno rimodellato il Napoli, ma le ipotesi di un agosto ancor tutto da attraversare hanno la brillantezza di talenti dal cui fascino si resta comunque colpiti: « Balotelli non ho avuto modo di conoscerlo di persona, però si vede che è dirompente. Le sue qualità sono indiscutibili, ma quando avrà dimostrato che i suoi excursus notturni, con parafanghi di auto rotte, saranno finiti, allora saremmo noi a farci vivi » .
UN POCHO ANCORA – Lavezzi è il tormento e l’estasi d’uno stadio che pende emotivamente da quelle diavolerie, ma pure il figliol prodigo cui riservare attenzioni paterne: «E’ un giocatore sul quale puntiamo: ha però una clausola rescissoria di 32 milioni e se qualcuno mette nel piatto quella cifra saremmo costretti a cederlo. Se ciò dovesse accadere, noi dovremmo sostituirlo e a quel punto andrei a cercarne uno più forte » .
Ma il pocho è anche altro: è una vacanza in Sardegna – ancora in corso – che agita le acque ancora un po’ increspate, come dal messaggio subliminale inviato a mezzo stampa all’intero staff: «Io mi sono inquietato perché nessuno mi aveva informato di questa decisione. In principio l’ho ritenuta fuori luogo e un po’ cafona. So che non c’era dolo, altrimenti avrei dovuto prendere decisioni diverse con conseguenze gravissime».
CARO VUCINIC – Ma due mesi con trattative spalancate sull’universo racchiudono segreti inconfessabili e anche conferme su indiscrezioni finite poi nel nulla: Mirko Vucinic piaceva, eccome se piaceva, e ad un certo punto De Laurentiis: « Parlai con la Roma ma anche con lui, che affermò di preferire – per problemi personali un’esperienza in Inghilterra. Poi è andato alla Juve, ma io, ancor prima dei bianconeri, avevo offerto addirittura di più. Io non devo convincere un calciatore a venire a Napoli. Ha scelto la Juventus, una grandissima società: rispetto la sua decisione » . E a proposito di mercato, lancia una frecciata all’Inter: « Eto ‘ o vale più di 40 milioni di euro » .
A TE, MISTER – Una ventina di giorni ancora, prima di abbassare le saracinesche e lanciarsi in campo, di gustarsi quel Napoli consegnato a Mazzarri e per il quale ci potrebbero essere ancora dei cadeau: Ramirez del Bologna, Vangioni del Newell’s Old Boys, oppure, chissà: « Il mercato del signor Mazzarri è finito. Lui vuole mantenere intatto il gruppo da 12 più 2. Ma noi siamo vigili » .
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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