Da Dossena a Fideleff: due anni di mercato, per continuare a vivere nel bel mezzo d’un sogno. La rivoluzione di De Laurentiis va in scena ad ottobre del 2009, con una ristrutturazione tecnica ormai nell’aria: via Donadoni, esonerato dopo la sconfitta dell’Olimpico di Roma, e separazione da Pierpaolo Marino, il dg con il quale il Napoli era stato ricostruito dalle ceneri del Fallimento. De Laurentiis punta su un giovane, incontra Riccardo Bigon, figlio d’arte d’un papà che a Napoli ha vinto lo scudetto da allenatore nel ‘ 90, scopre il suo sodalizio con Walter Mazzarri, il tecnico investito per rilanciare tatticamente quella squadra, e consegna loro le chiavi del progetto.
IL PRIMO DAI REDS –Il primo acquisto della nuova era a gennaio, arrivadal Liverpool, ed è Dossena: la zona retrocessione viene ribaltata e diviene Europa League. Da lì, in poi, due campagne acquisti sontuose: a giugno del 2010, a sorpresa, ecco Cavani, diciassette milioni di euro pagabili in due anni, ed, intorno, uomini per integrare l’organico ( Lucarelli a parametro zero, Sosa poco meno di due milioni, Yebda inprestito) o ragazzi da aspettare ( Dumitru, tornato ad Empoli, Dezi che è in rosa), con investimenti in linea con il profilo societario ed un monte- ingaggi che lievita naturalmente ma viene contenuto. A gennaio, per credere nella Champions, spuntano Victor Ruiz e Mascara, viene prenotato Fernandez dall’Estudiantes: è terzo posto, dunque, e stavolta l’iniezione di contante è ancora più robusta, in un’estate resa rovente dall’arrivo di Britos ( 7,5 milioni di euro più Vitale), di Inler, l’oggetto del desiderio ( 16 milioni di euro) di Dzemaili ( 7,5 più Blasi e metà Santacroce), di Santana e Donadel a parametro zero, di Pandev in prestito dall’Inter. Due anni dopo, chi ben ricomincia…
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
