Uno ha rappresentato la fortuna dell’altro. Cavani di Mazzarri, che dopo Quagliarella, ha incontrato il prototipo di attaccante che aveva sempre inseguito; Mazzarri, invece, la fortuna di Cavani per aver incrociato un allenatore capace di esaltarne le qualità in zona gol e di assisterlo come un fratello maggiore fuori del campo. Ecco la coppia che ha mandato e promette di mandare ancora in estasi i tifosi del Napoli: Cavani-Mazzarri, un tandem perfetto, un binomio formidabile. L’attaccante sta seguendo alla lettera i consigli del tecnico dal momento che la sua media- gol dopo Palermo è cresciuta in maniera esponenziale: trentadue reti solo nel campionato scorso tra campionato ed Europa League; già quattro adesso nelle ultime due gare, una in Champions, tre al Milan. Cinque triplette in meno di due anni. Vola il Matador e Mazzarri gongola. Non è il primo bomber che esplode con lui. Era già successo con Lucarelli e Protti, Bonazzoli, Bianchi ed Amoruso, Cassano e Bellucci, Pazzini. E poi con Hamsik e Quagliarella. Tutti in doppia cifra. Ma Cavani è l’attaccante che con Mazzarri ha compiuto i progressi maggiori; colui che ha superato ogni più ottimistica previsione. L’uruguagio, classe ‘ 87, sotto la guida del tecnico toscano è passato da una media di 0,3 gol a partita ad uno 0,8 che ha del sorprendente. Persino i compagni di squadra sono rimasti incantati dalla tripletta rifilata da Edinson al Milan. Lavezzi ha scritto su twitter: «Complimenti a Edi per la tripleta, continuiamo così, è la strada giusta » . E Mascara: «Ma chi era il diavolo l’altra sera?». Mentre l’amico del cuore e connazionale Gargano ha voluto far sapere in Uruguay quanto sia diventato forte il Matador: «Tre gol di Edi al Milan ed uno grazie ad un mio assist».
A Napoli è già esplosa la Cavanimania. Mentre fioccano i raffronti con i grandi bomber della storia del club. Ma Mazzarri sa bene che è possibile trarre ancora il meglio da un tridente giovanissimo e farlo diventare una macchina da gol micidiale.
IL SEGRETO – Sta tutto nell’intuizione del tecnico di puntare con decisione sull’attaccante del Palermo. Cavani, per Mazzarri, rappresentava l’emblema del giocatore da inserire nel suo schema di gioco. Una punta agile, in grado di non dare riferimenti all’avversario, abile nel giocare al centro quanto sugli esterni, capace in zona gol. Per lui lo era, anche se a Palermo non si era rivelato tale. Ne intuiva le potenzialità. Sapeva lui come sfruttarle. E quindi spinse De Laurentiis a fiondarsi con decisione sul talento di Salto. Mazzarri volle parlare prima al telefono con Cavani. Usa fare così con tutti: patti chiari, amicizia lunga. Gli spiegò che poteva anche capitare di restare fuori qualche volta. E poi sottolineò: «Nel Napoli vorrei impiegarti da punta-punta». Cavani era in Sud Africa per il Mondiale ed acconsentì in un attimo avendo saputo da Gargano tutto del Napoli, di Napoli e dei metodi dell’allenatore. Non poteva, però, sapere che tutti gli attaccanti avuti da Mazzarri avevano segnato gol a raffica.
I CONSIGLI – Al tecnico toscano è bastato poco per insegnare al Matador i movimenti giusti per andare a rete, come aggredire gli spazi, come concludere l’azione. Se il gioco si sviluppa sugli esterni con Maggio e Dossena, o Zuniga, Cavani dovrà penetrare al centro e farsi trovare pronto al tap in; se, invece, la percussione parte da uno dei centrocampisti per vie centrali, lui dovrà allargarsi o andare al taglio per ricevere l’assist e concludere in gol. A Manchester è andato a bersaglio sul centro destra; con il Milan, sul centro sinistra. Con la freddezza del cecchino infallibile perchè Cavani con Mazzarri avrà modo di concludere spesso a rete, non più come prima.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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