Ma i numeri ce l’hanno un’anima: e in quel crocevia «passionale», in quel santuario laico, ciò ch’emerge del calcio è una fede senza eguali. Napoli è mille colori, ritornelli e luoghi comuni, oleografie o acquerelli: e in quelle gouaches d’eterna attualità, un fiume di gente senza età in cerca della felicità, l’epicentro rimane perennemente il San Paolo, il protettore a futura memoria dei sogni. Tre giorni per immergersi nella favola e restarci appiccicati dentro: e dalla Fiorentina al Villarreal, per ascoltare la ninna nanna tra le braccia di Cavani e Lavezzi, la culla di 100.000 ( centomila) soggetti in cerca d’eroi è la Fuorigrotta illuminata d’immenso, sospesa a mezz’aria tra l’Italia e l’Europa che conta.
SI COMINCIA – La fatal Verona viene considerata una buca sistemata sul percorso gioioso intrapreso a Cesena e scosso da brividi tra Manchester e il Milan e per saltare – emotivamente – quel fosso inaspettato, la stima dell’antivigilia cancella ogni possibilità di disaffezione, di distacco, di delusione (chiamatela come volete) momentanea: quindicimila abbonati accertati, diciottomila biglietti venduti fanno trentatremila tifosi assicurati e i quasi due giorni ancora a disposizione consentono gli esperti d’un settore che vive di variabili imperscrutabili di spingersi a sospettare che si andrà ben al di là della soglia dei quarantamila. Napoli-Fiorentina non rientra, storicamente, tra le sfide più attese, ma il balzo della prevendita, nonostante il ko d’un mercoledì nerissimo, rappresenta la cartina di tornasole di una città ormai calcisticamente matura e « solidale » con i propri eroi.
SI ASPETTA – Ma l’irrinunciabile show muove le folle, agita i cuori e scalda i cronometri per un count down avviato con larghissimo anticipo: Napoli- Villarreal sa di storia, nuovo capitolo di una esistenza ottuagenaria, un filo che ricollega il settennato magico dell’unico dio calcistico ‘napoletanamente’ riconosciuto a questa bella epoque insospettabile appena nel 2004. Napoli-Villarreal è l’Avvenimento, l’Evento (o come piace a voi) che spinge, trascina, e che ai botteghini – in appena quattro giornate di prevendita ed avendone altri cinque a disposizione – ha già spedito quarantamila persone disposte a tutto, tranne che a perdersi il debutto interno in quella Champions finalmente a portata di mano e da gustare dal vivo. Il fischio d’inizio rimane sufficentemente lontano e – ragionevolmente – il tutto esaurito è ormai nelle corde d’una follia collettiva che pervade Napoli e fa persino sembrare il San Paolo insufficiente per un appuntamento atteso una ventina d’anni, raccontato dai nonni a quei nipotini che adesso, finalmente, possono impossessarsi per una serata magica in cui varrà la pena anche stropicciarsi gli occhi.
PRIMATI – Nell’aria, c’è qualcosa d’antico: e ora che il Villarreal sta per materializzarsi, con quell’atmosfera così chic della Champions, traballa anche il record di presenze e d’incasso d’uno stadio preso d’assalto: con il Benfica, «semplicemente » una qualificazione per l’Europa League, furono «appena » 51.597 paganti, ma bastarono per consegnare ai cassieri 1.576.500,00 euro, il tetto mai raggiunto (e neppure avvicinato) dell’era De Laurentiis.
DESTINAZIONE EUROPA – La notte è piccola per loro, troppo piccolina: ed allora, in settantadue ore, da un sabato ad un martedì, Napoli se ne concede due, intrise di calore. Per le notti delle stelle, per Jovetic e Pepito Rossi, soprattutto per Cavani e Lavezzi, Hamsik e Cannavaro, centomila (centodiecimila?) persone si dirigono verso il san Paolo, in una Woodstock in cui l’eco dell’Hymn Ligi Mistrzów già s’è sparsa. Musica, maestri.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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