Di qua il pocho e di là superMario: e in questo ballottaggio su usi e costumi, abitudini e tendenze, caratteristiche e vocazione, il dibattito a più voci è un inno al talento da preservare, a prescindere. Vota Lavezzi, vota Balotelli: e dall’urna autorevole di chi sa di cosa si parla, esce il consenso indiscutibile per quello scugnizzo accattivante strappato da Buenos Aires quattro anni, ma senza che emerga dissenso per quel geniaccio ribelle emigrato a Manchester e ancora alla ricerca della sua definitiva identità.
Il dualismo è l’anima del dialogo e da Careca al «pampa» Sosa, da Bucchi a Savoldi, dai favolosi anni ‘70 ai giorni nostri, Lavezzi contro
Balotelli ( si fa per dire) è sregolatezza che abbonda tra la materia grigia di calciatori veri e che va maneggiata con cura.
QUI BRASIL – Il tempo che non passa mai è in quel poster della memoria che mostra trionfi, scudetti, coppe, danze miste tra un argentino inarrivabile di nome Diego (ovviamente) e un brasiliano da favola che al suo fianco s’esaltò: venticinque anni dopo, Napoli osservata da laggiù resta una cartolina, da non sgualcire:
«E io perciò mi terrei Lavezzi, perché già conosce la città e dalla città è amato. Qui non siamo di fronte a correnti di pensiero – spiega Careca –perché quando si parla di Balotelli si parla d’un ragazzo del quale dimentichiamo l’età solo perché è da un bel po’ sulla cresta dell’onda: qui si parla di compatibilità. E per me il pocho è il calciatore adatto per il Napoli: con lui Cavani e Hamsik segneranno sempre a valanga e poco importa se Lavezzi non è da doppia cifra. Ma non si potrebbe tenere Lavezzi e prendere pure Balotelli? ».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
