Lui è nella storia di queste partite. Sì, ci è entrato di diritto con una rovesciata acrobatica degna del miglior Parola: un gol da cinema, valso il 3-3 e i calci di rigori, realizzato all’ultimo istante del secondo minuto di recupero del secondo tempo supplementare. Senza fiato. Roba che, per un napoletano, per giunta difensore, tifoso pazzo azzurro e appena rientrato alla base, è difficile rintracciare finanche nei sogni più belli di bambino. “Che storia?”. Paolo Cannavaro ha sempre risposto così, quando qualcuno gliel’ha ricordata: era il 27 agosto 2006, e il Napoli appena promosso in B vinse la sfida di Coppa Italia con la Juve appena retrocessa s’ufficio. « E questa volta, invece, si parla di sfida scudetto».
L’AMULETO – Eccolo, Cannavaro. Sorridente come sempre, ai microfoni di Sky, e in assoluta fibrillazione: perché, è bene ricordarlo, del Napoli non è soltanto il capitano, ma è anche un tifoso, come dice lui, malato. Di quelli che non temono confronti. Passo breve, dunque, per capire quanto attenda la partita di domenica e quanto muoia dalla voglia di vincere ancora: dal 2007, con quella fascia al braccio, gli è riuscito sempre al San Paolo e una volta anche a Torino (nel 2009). La Juve ha regolarmente pagato dazio a Fuorigrotta sin dal ritorno in serie A. Sin da quando Paolo è diventato il condottiero azzurro.
L’ATTESA – E allora, sotto con la nuova sfida. « C’è un’attesa incredibile in città, si sa, è sempre così ». Già, quella con i bianconeri è la partita dell’anno per i tifosi napoletani. Come lei, Cannavaro: « Sì, anche noi non vediamo l’ora di scendere in campo e giocare contro la Juventus ». Non sta nella pelle, ma l’ansia e l’attesa sono quelle più positive possibili. Sono quelle di un ragazzo che ha scelto la serie B, pur di tornare a casa e coronare il suo sogno. Sono quelle di un uomo che ha sofferto come mai, mercoledì, mentre i compagni lottavano con i giganti del Bayern e lui con le unghie delle mani sul divano di casa, costretto al riposo forzato dalla squalifica. « Sì, mi è dispiaciuto molto saltare la trasferta di Monaco, ma chi mi ha sostituito l’ha fatto in maniera egregia: Fernandez è stato bravissimo, e tra l’altro per un difensore non è poco segnare 2 gol in quello stadio. Contro quegli avversari ». Signore vero. Ma anche capitano rammaricato.
LO SCUDETTO – Meno male che c’è Napoli-Juve, allora. Meno male che dopo la pausa obbligata di Champions c’è la possibilità di tornare a comandare la difesa, la squadra, direttamente dalla porta principale: perché sebbene un po’ tutti, a partire da Buffon, ci tengano a non caricarla di eccessivi significati, questa partita è già un bell’antipasto tricolore. « Anche se è un po’ prematuro soffermarsi su certi argomenti e coniare definizioni del genere, capisco che tutti parlino di sfida-scudetto. È una partita talmente sentita: noi siamo pronti, e come sempre faremo di tutto per regalare una gioia ai nostri tifosi ». Che non aspettano altro.
I LEONI – Bello, carico, sentito come pochi anche il testa a testa tra Mazzarri e Conte. Tra l’altro, fu proprio il Napoli di Mazzarri a battere (2-0) l’Atalanta di Conte e a mettere la parola fine in calce alla storia tra l’attuale tecnico bianconero e il club nerazzurro: era il 6 gennaio 2010, l’esonero di Conte fu immediato. Cannavaro si limita a tratteggiare i profili: « Sono simili, due leoni del calcio molto focosi e con grande voglia di vincere ». Scintille.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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