Da Mondello a Manchester è un viaggio nell’infinito con gli occhi spalancati e il bulimico desiderio di prendersi tutto: trentatré anni ma non sentirli addosso, né dentro, e quel « vecchio » che avanza a spallate, sballottando qua e là le diffidenze e i luoghi comuni, è un uomo che sa da sempre ciò che vuole e non si tira indietro mai.
«Sto accarezzando un sogno e me lo godo tutto, giorno per giorno».
Il calcio è storia di vita, sacrificio e dedizione, vocazione manifesta o volontà esplicita e il Salvatore Aronica che sguscia via dalla gavetta tra Crotone e Ascoli, tra Reggio Calabria e Messina, è la rappresentazione fiera d’una classe operaia che si ritaglia un posto in paradiso e sfida Aguero o Pato a testa alta e petto in fuori.
«Queste emozioni sono un premio per i sacrifici. E viverle qui a Napoli non ha prezzo».
EL KUN –Le quattro stagioni di Napoli, racchiuse in settanta partite di campionato e un’altra quindicina tra Coppa Italia ed Europa, restano lì, nella memoria, ormai blindate ma ciò che resta da conquistare, arrivati a questo punto, è una gloria perenne da scolpire con un’impresa. El Kun, mercoledì scorso, nella prima di Champions, con la musichetta che dà un senso alla propria esistenza,è il cimelio scavato nella polvere del sottoscala dell’elité, ma adesso che il gioco si sta facendo duro, il duro s’è messo a giocare per regalarsi un’altra pagina per i posteri.«Napoli è la città ideale per chiunque,ma per un palermitano lo è molto di più. I colori, i profumi, la salsedine, la possibilità di distrarsi in barca. E poi un gruppo eccezionale che non ha paura di niente » .Né di Aguero, pedinato come un osservatospeciale, né di Pato o Cassano, scrutati con dettagli sui particolari; né del Manchester, frenato in scioltezza, né del Milan, addirittura lasciato deragliare e ritrovatosi a menocinque.
LA TENACIA– Salvatore Aronica, proprio lui, l’anti-Aguero e l’anti- Cassano ( o Pato), l’anti- personaggio perché i luoghi comuni, pure nel calcio, resistono; il gregario che in umiltà s’è caricata la fasciasinistra difensiva addosso e poi l’ha difesa con i denti e con i tackle da Victor Ruiz e pure da Britos, dalle voci del mercato e da quella possibilità manifestatasi a giugno di cederlo. Era fatta, ormai, con il Bologna, che in cambiò dell’uruguyano chiese un siciliano di passo svelto ed esperienza certificata:
«Mi spiace, io resto al Napoli» .
Il gelo, per un po’, prima di ritrovarsi nell’elenco dell’Atalanta, inserito da Pierpaolo Marino, che l’aveva portato da Reggio Calabria al San Paolo e che l’avrebbe voluto con sé a Bergamo:
«Direttore, la ringrazio».
L’ESCALATION– I muscoli, chiaro, e però anche ilcervello, in quattro anni consumati a difendersi pure dai pregiudizi sull’esigenza sistematica d’un difensore mancino (abbattuti in scivolata) ed a servire Reja o Donadoni o Mazzarri con la generosità di chi non ha nulla da perdere e vuole disperatamente vincere. Aguero o Pato o Cassano pari sono, ma la sua Napoli contiene ben altro e in quell’almanacco personale della carriera la prossima tappa immediata è rappresentata dalle cento presenze in partite ufficiali. Poi, avanti un’altra, impossibile da rivelare: ha una data certa, cadrà intorno a maggio. Perché il viaggio di Aronica continua…
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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