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Cavani vuole trascinare la A verso il record. Obiettivo mille gol

Per l'uruguaiano può essere una notte importante ed è ad un passo dall'essere il re dei bomber

Dunque: la gente vuole il gol, Elio e le storie tese ce lo cantano da oltre dieci anni casomai il concetto non fosse chiaro a tutti. Possibilissimo, peraltro, nel Paese che detiene il brevetto sul catenaccio. La gente vuole il gol e questa Serie A che agli osservatori del Vecchio Continente fa tanto storcere il naso – ma dove andate? In Europa non siete competitivi… – sa ancora soddisfare l’istinto base dei tifosi italiani (pazienza se sempre più sprofondati sui divani piuttosto che in tribuna), quel bisogno primordiale di vedere il pallone rotolare in rete, in qualunque modo, di assistere a esultanze rabbiose e isteriche, fantasiose e polemiche. Bistrattata eppure mai così generosa: trascinata dai colpi di Edinson Cavani, capocannoniere del torneo con 22 reti, la Serie A sta regalando gol come mai era accaduto nella storia di questo campionato con il format a 20 squadre e promette – con proiezioni certo più attendibili dei dati elettorali – di superare per la prima volta il muro delle mille reti stagionali. Con sette giornate da giocare, al netto dei due anticipi di ieri, c’è un certo margine (non ampio, ma c’è) per ottenere quel risultato. 

RECORD – Intanto, ragionando in termini di traguardi volanti, questo torneo è già da record. Sul campo – al netto dei tre gol caricati sul bilancio della Roma in virtù della vittoria a tavolino per la gara di Cagliari mai giocata – dalla Juve capolista al Pescara ultimo del girone sono ben 828 le reti messe a segno. Ovviamente escludendo i due anticipi della 32ª giornata disputati ieri. Una cifra record, senza precedenti. Da quando è stato introdotto il format a 20 squadre, cioè della stagione 2004-05, dopo 31 giornate (e 310 gare) disputate non era mai stata superata la soglia delle ottocento reti. Ci si era andati molto vicini nel 2005-06, l’ultimo campionato pre-Calciopoli, con 797 reti alla 31ª giornata e la soglia dei mille gol stagionali mancata d’un soffio (991) a fine torneo, come tre anni fa, campionato 2009-10, l’ultimo dell’era Mourinho, otto reti in meno rispetto all’obiettivo a tre zeri, gap ampiamente colmabile, per esempio, mettendo insieme i rigori falliti quell’anno da Roma, Milan, Palermo e Napoli, le prime quattro inseguitrici dell’Inter del triplete. 
DISTRIBUZIONE – Attacchi più performanti o difese semplicemente più ballerine: due facce della stessa medaglia, due serie numeriche che coesistono e che insieme spiegano questo trend. Il fatto che il record arrivi nell’anno del ritorno di Zeman in Serie A è probabilmente molto più di una coincidenza suggestiva benché stereotipata. Il boemo non è più alla guida della Roma, ma 23 partite su 31 hanno un peso tutt’altro che trascurabile. Bene, i numeri alla 23ª raccontavano di una Roma che segnava tanto (46 reti effettive dietro le 48 della Juve, miglior attacco) ma che subiva altrettanto, diciamo pure troppo. Le 42 reti incassate dai giallorossi nell’era Zeman erano una voce in attivo nel bilancio offensivo delle altre 19 squadre. Questo surplus di reti rispetto all’ultimo anno (+34 “sul campo”) è distribuito in maniera piuttosto ampia sulle 20 squadre: Juve miglior attacco con 61 gol come il Milan di un anno fa, il Pescara ultimo per reti segnate ne ha realizzate comunque quattro in più rispetto al Cesena allo stesso punto del torneo. Complessivamente una squadra su due ha segnato almeno 40 reti. 
BOMBER – La Serie A insegue il record ma cerca anche un nuovo padrone. Dal 2004-05 si sono alternati in sei alla testa della classifica cannonieri: Lucarelli si è ritirato, Del Piero è in Australia, Ibra è in Francia, “resistono” Toni, Totti e Di Natale. Sul piano individuale Cavani insegue il record di Toni, 31 reti: a questo punto della stagione l’attaccante (anche allora alla Fiorentina) era già a 25 reti, il Matador oggi è in ritardo di tre gol. Un altro buon motivo per accelerare sotto porta, magari a San Siro. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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