Ci sono cose che non si possono dire: perché l’alba d’un nuovo giorno non sempre aiuta a svelare il mistero delle notti precedenti. Dentro o fuori, chi può dirlo?, però quando le porte di Castelvolturno si schiudono, gli sguardi si fermano a scrutare l’espressione (distesa) del matador e ciò che resta, nelle sensazioni diffuse, è un ottimismo sempre (meno) cauto che conduce dritto nel “vecchio” Brumana. C’è Atalanta-Napoli e sembra proprio che ci sia anche Cavani, con la sua voglia matta di riprendersi la scena e di lasciarsi alle spalle una serata di inoperosità forzata.
CHANCHES – L’affaticamento muscolare è un ricordo persino sbiadito, ma la prudenza non è mai troppa: si gioca ogni tre giorni e i carichi di lavoro restano intensi assai, dunque bisogna valutare con attenzione, per non infilarsi in un tunnel. Però Cavani s’allena, corre in disparte, poi se ne va in palestra e infine mostra il sorriso che induce a togliere qualche velo e a lasciarne qualcuno sottilissimo. Atalanta-Napoli è sua, a meno di clamorosi dietro-front suggeriti da riflessioni: ma al bomber il fisico ha risposto in maniera positiva e il desiderio di ricominciare va ben al di là delle riflessioni sul clima di domani sera (s’annuncia pioggia, dunque freddo, dunque temperature basse). Sabato sera, alla vigilia del Chievo, fu subito chiaro che sarebbe stato complesso crederci: e l’azzardo, alla fine, è stato evitato con una brusca sterzata, evitando al centravanti uruguayano anche un’inutile giornata di ritiro. Il riposo ha fatto bene, ovviamente; e il desiderio di calcio vero è lievitato.
TOUR DE FORCE – Si ricomincia da Bergamo e poi si penserà al Torino e (caso mai) anche alla Dnipro: il primo appuntamento è nel match che è alle porte, in questo ulteriore “esamino” su un campo rovente, contro un’avversaria sufficientemente organizzata, capace di creare scompensi al Napoli come nella passata stagione, guarda un po’ rimossi da Cavani proprio sul finire della gara, in pienissimo recupero.
PERCHE’ SI’ – Ci vuole Cavani per dare spessore al Napoli, per arricchire il tono tecnico d’una squadra che ha anche altri due tenori ma che del terzo, il più autorevole in area di rigore, non può rinunciare. Ci vuole Cavani, là davanti, per Mazzarri: per garantirsi non solo interventi chirurgici nei momenti-chiave della partita, ma anche per poter contare sull’atletismo di un centravanti moderno come pochi, capace anche di esaltare Pandev e con lui di dialogare nello stretto.
PERCHE’ NI – Unica controdeduzione: un avvertimento della fibra muscolare. Che nel lunedì mattina ha però rassicurato il bomber, capace di correre in maniera naturale sul dritto e negli scatti laterali. Cavani sente la gamba, ha rimosso le preoccupazioni di sabato pomeriggio e aspetta semplicemente il fischio d’inizio di Orsato, per catapultarsi nella sfida.
I GEMELLI – Cavani va di gran carriera verso il sì e restituisce a Pandev i compiti della seconda punta, gli toglie da dosso la pressione non solo delle difese avversarie ma anche quelle ambientali, lo rinfranca, lo affianca per la fase di palleggio, per dare potenza al settore (in due è sempre meglio di uno), per riprendere confidenza con il gol avendo a fianco un “gemello” in grado di servirlo a campo largo o anche negli spazi angusti.
I NUMERI – La curiosità statistica, a modo suo una notizia, è nell’astinenza in serie A: Cavani non segna da “Marassi” – lo scorso trenta settembre – quando realizzò il rigore decisivo; su azione, invece, el matador è a digiuno dal 26 settembre, quando ne fece tre alla Lazio. In assoluto, e sempre dal dischetto, l’uruguayano s’è dimostrato implacabile dal dischetto in Ucraina (dove ha colpito pure un palo e sfiorato un gol). Dopo aver saltato una gara in campionato ed una in Europa League, rimettersi in gioco è l’unica cosa che Cavani chiede.
SORPRESA – E’ nessuno può negare che possa scapparci una mossa a sorpresa: perché l’Insigne di domenica sera ha convinto, eccome, e qualche possibilità di essere partner del matador, che ieri sera è andato a cena con Britos. Lorenzinho ha avuto un problemino solo con la caviglia, lievemente gonfia, ma l’autostima cresce e con il matador gli piacerebbe provarci ancora.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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