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Cavani: “Voglio vincere a Napoli”

Il "Matador": "Il mio gol più importante? Quello di Roma contro la Juventus"

The winner is…Vince Cavani, vince di nuovo Cavani: miglior giocatore di gennaio, secondo le votazioni della Tim attraverso Facebook. Ma sì (stra)vince ancora Cavani, che alla fine, che ormai ci ha fatto l’abitudine e che inevitabilmente deve soffermarsi su se stesso, sulla sua storia napoletana d’attaccante di razza, di uomo leader che non si accontenta mai: perché quando mancano cinque giornate alla fine del campionato (quattro per lui, che stasera salta Pescara) e quando servono nove punti per avere l’aritmetica certezza del secondo, a quell’insaziabile cannibale viene sempre di più la voglia matta di afferrare il possibile: «Avverto le motivazioni di sempre, voglio essere un esempio dal punto di vista professionale e dare il massimo per vincere il possibile insieme ai miei compagni di squadra. La rete più bella che ho segnato con questa maglia? Ne ho fatte tante ma la più importante è quella segnata all’Olimpico di Roma e che è servita per vincere la coppa Italia con la Juventus».  Vince Cavani (come sempre), capocannoniere del campionato, uomo copertina che attira l’attenzione di mezza Europa, la star che incontra alcuni tifosi suoi elettori, ai quali il matador ribadisce concetti vecchi ma sempre attuali: «Voglio dare il massimo con i miei compagni per ottenere ciò che è nelle potenzialità del Napoli. E devo dire che il trionfo in coppa Italia, arrivato per il club dopo un lungo periodo senza successi, ha avuto un sapore davvero particolare. Io qui voglio dare sempre ottenere il massimo e questo premio, ricevuto per la seconda volta in questa stagione, è un gran bel riconoscimento». 

PANDEV – Più viene caricato di responsabilità, più ha voglia di mostrare il suo bagaglio tecnico. Pandev è fatto così: vive di umori, deve sentirsi importante, ha bisogno di avvertire la totale fiducia di chi gli sta intorno. Solo così si esalta e riesce a fare la differenza. Altrimenti diventa un calciatore come tanti. Ma a Pescara, questo pericolo non si corre. Nella sfida dell’Adriatico, Pandev può trovare tutti gli stimoli che cerca per disputare una partita da protagonista. Manca Cavani e tocca a lui prendere per mano il Napoli nella fase offensiva; la partita, poi, assume un significato particolare nella corsa verso il secondo posto ed il macedone dopo le tre reti nelle ultime cinque gare vorrebbe imprimere l’ennesimo marchio alla conquista della Champions; infine, un’eventuale vittoria del Napoli costringerebbe al Juve a rinviare la festa-scudetto. Insomma, motivazioni a non finire. Quante ne bastano per far sì che Pandev la giochi con lo spirito giusto. Anche il terzo aspetto non è da trascurare. Il macedone ha un conto in sospeso con i bianconeri che risale dalla sfida di Pechino (un’espulsione che gli costò due giornate di squalifica). E chissà cosa darebbe per togliersi quello che a Napoli definiscono «uno sfizio»: cioè far slittare di un’altra giornata ancora la conquista aritmetica dello scudetto. Un dispettuccio, in pratica, nulla di più. Ma a volte anche quello aiuta a togliersi un sassolino dalla scarpa. 
IL RUOLO – A di là degli aspetti extracalcistici, il compito in campo a Pescara di Goran Pandev sarà di fondamentale importanza. Tocca a lui non far rimpiangere l’assenza di Edinson Cavani; spetta a lui duettare con Hamsik ed Insigne sulla trequarti per creare problemi alla difesa abruzzese. Insomma la qualità e l’esperienza del macedone al servizio dei compagni. Non è la prima volta che si esibisce senza Cavani. Era capitato nel girone d’andata (in casa con il Chievo ed a Bergamo, una vittoria ed una sconfitta). Si è ripetuto a Torino, sponda granata, successo degli azzurri per cinque a tre. In quella gara, Pandev cominciò da punta più avanzata ma finì in un tridente completato dall’ingresso del Matador e da Lorenzo Insigne. Proprio con quest’ultimo Pandev ha legato tanto. E’ stato tra i primi a dargli dei consigli utili, a prenderlo sotto la sua protezione, a complimentarsi di volta in volta per le prestazioni prima che per i gol. E se dovesse verificarsi la situazione di gioco propizia, il macedone sarebbe ben felice di mandare in gol Lorenzinho. Di assist ne ha confezionati sei quest’anno, non sono pochi. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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