Dentro o fuori? La domanda sorse spontanea, su quel pallone «intraducibile» caduto dal cielo al di qua o al di là della linea bianca; ma l’interrogativo, ventinove mesi dopo quel 29 agosto del 2011, è vigorosamente cambiato: voi l’avreste detto? Si scrive Cavani, si rileggono i suoi novantanove gol in serie A, le sue novantuno reti «partenopee», il suo famelico impatto sulle partite, la bramosia che lo ha reso unico, la sua fisicità straripante e quel senso del dovere che ne ha fatto un leader: Fiorentina-Napoli, di nuovo, e quando el matador ricominciò la sua rincorsa verso quota cento – avviata con il Palermo – spingersi a previsioni del genere sarebbe stato complicato, forse esagerato.
BOOM – Però il boom è scritto negli astri, è illustrato immediatamente da Cavani, che a Boras, mentre infuria la contestazione per la cessione di Quagliarella alla Juventus, si carica il Napoli sulle spalle e guadagna la qualificazione ai gironi d’Europa League, battendo l’Elfsborg. Da quel momento, è una marcia trionfale che conduce dritto al terzo posto e dunque alla Champions: trentatré reti (ventisei in campionato), una stagione stellare e diffidenze che si dissolvono, perché Sua Maestà ha deciso di non fermarsi più, anzi di bissare, di ripetersi, di farne altri trentatré, di sfiorare la qualificazione ai quarti di Champions, di vincere la coppa Italia.
IL BOSS – L’ingordo è lui: non si accontenta e ha deciso di concedersi ogni cosa. Cavani c’è sempre, persino quando è assente, come un angelo che si allunga sul Napoli. Il terzo anno, eccolo qua: siamo a sedici reti in campionato – e un rigore sbagliato, contro la Lazio – però siamo sul gradino più alto della classifica dei cannonieri, titolo che gli aggrada assai. Ma le sue ambizioni non hanno frontiere: perché il principe del gol ne segna sette in Europa League, dov’è il dominatore, terra di conquista personale, con una quaterna contro l’Aik Solna. Affinché nessuno si dispiaccia, tripletta pure con la Roma e reti a raffica tra dicembre e gennaio, per sette partite consecutive. Clamoroso al san Paolo: domenica scorsa s’è fermato, ossequiosamente, dinnanzi al «suo» Palermo. E stavolta c’è Fiorentina-Napoli: sessantaquattro reti dopo, il «boss» è lui.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro