Meno tre punti dal Milan capolista, il sogno assume contorni più reali. Ambire allo scudetto si può. Lo dicono i numeri, lo dice la classifica. Il Napoli batte il Cagliari e sfata un tabù lungo diciotto anni. Il Matador ritrova il gol e firma la doppietta decisiva. Un tempo a farsi imbrigliare dal gioco del Cagliari, l’altro ad imporsi col risveglio dell’istinto felino di Cavani. Il matador porta il Napoli in vantaggio su rigore procurato da Lavezzi al minuto tre della ripresa e firma la doppietta al minuto quattordici: pallonetto dolce a scavalcare il portiere. Il matador è tornato, ha ritrovato forza nelle gambe, il guizzo del gol e l’entusiasmo dei tempi migliori. Un primo tempo impalpabile, il suo. Alla disperata ricerca di se stesso, alla difficoltà di ritrovare il gol dopo quattro gare in cui non ci era riuscito.
Tutta la banda Mazzarri era tornata dagli spogliatoi con un altro piglio. Dopo l’immediato vantaggio nella ripresa vantaggio si scuote e ha addirittura la possibilità di chiudere la partita nei due minuti successivi. Tre tiri in porta, quando nella prima frazione di gioco neanche una volta c’erano stati pericoli seri dalle parti di Agazzi. Si risveglia il Napoli, ma eccede in presunzione, il pareggio del Cagliari arriva al minuto undici: gran diagonale di Acquafresca, con dormita generale di tutta la difesa. Tutto da rifare, sull’onda però dell’entusiasmo e della scossa emotiva di un tridente che ora corre, gioca palla a terra, verticalizza e soprattutto si intende. I due gol azzurri nascono su ispirazione di Hamsik, forse il peggiore del primo tempo. La firma è di Cavani, anche lui impalpabile fino all’intervallo. Lavezzi aveva fatto la sua parte anche nel primo tempo, ma come a Parma, era rientrato con la volontà di trascinare la sua squadra alla vittoria. Il vento del San Paolo è gelido, ma il Napoli si lascia trascinare al ritmo della sua velocità. Un vento non amico nel primo tempo, ma che non volta la faccia quando c’è da conquistare una vittoria importante, da sfatare un tabù lungo diciotto anni.
Ci pensa Cavani: «Contento per i gol – ai microfoni di Sky – ma il risultato è la forza grande di questo gruppo. Che lavora tanto, che vuole raggiungere un obiettivo importante. Balliamo insieme dopo un gol? Sì, una danza che conferma l’importanza del gruppo». Mazzarri reduce dalla colica renale non si lascia condizionare dalla temperatura tutt’altro che primaverile. Stessa camicia, stessa giacca. Il cappotto lo lascia invece a Donadoni, fermo, imperturbabile nell’area tecnica davanti alla sua panchina. A guardare il suo Cagliari, così autorevole per un tempo e così pasticcione nella ripresa. Merito di un Napoli che ha finalmente ingranato la marcia, di un tridente imprendibile che ha deciso di imporsi. Cossu e Missiroli fastidiosissimi in avvio di gara, costretti a ripiegare in difesa per contenere gli assalti del Napoli per tutto il secondo tempo. Il Napoli guadagna tre punti d’oro nella difesa di quel terzo posto che nel pomeriggio era stato raggiunto dall’Udinese vittoriosa contro il Catania. Il Milan perde colpi, ora la squadra di Mazzarri può legittimamente sognare anche qualcosa di più grande. Lo scoglio Cagliari superato nonostante un primo tempo difficile. La sosta e poi l’altra sfida casalinga contro la Lazio. Stessa domenica del derby tra Milan e Inter.
FONTE:C. Mezzogiorno.
La Redazione
F.C.
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