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Cavani sorride: “Ho fatto solo il mio dovere”

Ma è scienza o è fantascienza? E’ il calcio sublimato d’uno special one che procede imperiosamente e che in quel poker lasciato scivolare nel San Paolo in festa scopre d’essere ormai ben dentro la storia: settantanove reti segnate in due stagioni e poco altro ancora, il sesto nella classifica di tutti i tempi, con Careca e Altafini che sembrano lontanissimi (a quota settantasei) e invece visto l’andamento fortissimo non lo sono. Ma è scienza o è fantascienza? Perché quel bomber che schianta il Dnipro e si porta il Napoli a spasso una ne fa e cento ne pensa: e dopo l’1-0 con un destro ch’è una lama e il 2-2 ch’è un prodigio balistico da limite area come solo Maradona e qualche altro e con il 3-2 che è un tap in solenne da antico rapinatore e il 4-2 ch’è una diavoleria di uno scugnizzo, è inevitabile star lì a cercare di capire dinnanzi a che tipo di fenomeno si sia capitati. «Sono felicissimo perché stavamo attraversando un brutto periodo. Ora mi godo questa vittoria e dedico i quattro gol alla mia famiglia: mia moglie aspetta un bimbo e non è potuta venire allo stadio, è rimasta a casa con il nostro primogenito. Queste reti sono per loro» .

NORMALISSIMO – Elementare, Watson: perché alla 69ª cavanata, tutto sembra normalissimo e persino i prodigi rientrano (quasi) nella dimensione umanissima di un bomber che invece è (non solo nei numeri) straordinario persino nell’umiltà. «Ho fatto semplicemente quello che dovevo fare, ognuno ha un suo ruolo in questo Napoli. Io ho il compito di segnare. Ma qui la forza è il gruppo, siamo uniti, chiunque dà il cento per cento: lo fa chi entra e lo ha fatto chi invece è stato magari sostituito. Pure stavolta siamo stati bravi a reagire, perché la gara si era fatta dura, non riuscivamo più a segnare, eppure avevamo creato tanto» .
AMBIZIONI – Vabbè, chi può dire se sia scienza o fantascienza: ma intanto è ancora Europa League, è una qualificazione apertissima. «La vittoria è importante perché ci dà morale e ci offre la possibilità di superare questo periodo infelice nei risultati. Ma noi abbiamo sempre creduto in noi stessi, anche se gli episodi ci condannavano. Questo successo è fantastico ma non mettiamoci a pensare al futuro, viviamo alla giornata: c’è ancora tanta strada da fare, il campionato è appena cominciato, mancano molte partite. E poi ci sarà anche la coppa Italia. Noi dobbiamo essere semplicemente sereni e, soprattutto, coscienti delle nostre potenzialità» .
NEL SEGNO DI DIEGO – Uno, due, tre, quattro Cavani, per correre leggeri verso la tranquillità perduta, per lasciarsi (definitivamente) alle spalle quell’ottobre nero e quel pareggio allo scadere con il Torino, per ritrovare il vero Napoli e consegnarlo alla propria gente: «E’ un trionfo anche per loro, ci mancherebbe. Stavolta possiamo sentirci soddisfatti, perché abbiamo riaperto il discorso in Europa League e ci siamo tolti un bel peso da dentro. Ma a noi stava però dicendo tutto male, perché se andiamo a rivedere certe partite ci si rende conto che avremmo meritato di più. Questo è un gruppo che non si tira mai indietro, abbiamo carattere e stasera anche il morale alto. Ma sappiamo che bisogna continuare» .
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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