Un Salto con il pensiero a Napoli. Con il cuore che continua a battere per la città, la maglia e la gente: “Spero di giocare un’altra stagione nel Napoli”. Edinson Cavani non avrebbe potuto scegliere formula migliore, per augurare buon anno ai tifosi azzurri direttamente dal buen retiro di Salto. La casa. L’origine. Il rifugio e il ritrovo di famiglia prediletto: è in mezzo al verde di questa piccola località uruguaiana al confine con l’Argentina, che Cavani ha trascorso, sta trascorrendo le vacanze insieme con la sua Sole in dolce attesa, il piccolo Bautista, papà, fratelli e amici. Relax, un po’ di allenamento e tanta pesca. E, ovviamente, un po’ di calcio e gol in amicizia: quelli non possono, non devono mancare neanche quando il campionato è fermo. “Mi diverto sempre a giocare tra la mia gente”. Lunga e piena zeppa di frasi da titolo, l’intervista concessa al Diario Cambio di Salto, soprattutto sul Napoli: “Dobbiamo ancora maturare ma abbiamo fatto tanto, in questi anni”. Parla come un leader, Edi. Parla come un uomo totalmente identificato nei colori e nella realtà che vive ogni giorno. E tanti saluti alla clausola rescissoria da 63 milioni di euro. “Cerco sempre di dare il massimo per ricambiare l’affetto dei napoletani”. Un legame indissolubile con una città che se lo coccola ogni giorno. Il cuore prima di tutto. Cuore azzurro. La dichiarazione d’amore vero, puro, parte da Salto (Uruguay), attraversa l’Oceano e arriva dritta in Italia. Alle falde del Vesuvio, in riva al Golfo o sul prato verde del San Paolo. Fate voi. La sostanza non cambia: «A Napoli sono felice. Spero di giocare un’altra stagione con questa maglia». Edinson Cavani te l’aspetti così, ed è così che parla e si esprime anche a migliaia di chilometri di distanza: fortissimamente Napoli, altro che storie, altro che clausola da 63 milioni di euro. Quella fondamentale postilla resta lì, inserita tra le carte che compongono il suo contratto con scadenza giugno 2017, ma nel frattempo il Matador solleva gli olé dell’arena facendo battere il cuore. Non agitando la spada.
IL RITORNO – E allora, resoconto uruguaiano. Anzi un’intervista rilasciata al giornale più letto di Salto, la sua città, dopo l’amichevole del 26 dicembre andata in scena sul campo del microscopico stadio Dickinson da tremila spettatori, tra la rappresentativa locale e la selezione degli amici di Cavani. Edi ha disputato un tempo con ciascuna delle due squadre, ha segnato 5 gol e fatto letteralmente impazzire il pubblico. «Non sarei mai potuto mancare: ogni volta che torno a Salto è un appuntamento fisso che diverte tutti. Il pubblico e noi stessi che giochiamo. Non posso dimenticare Salto, la città che mi ha visto crescere, e anche la gente: è sempre stata al mio fianco, sia nella buona sia nella cattiva sorte. Ecco perché, quando torno da queste parti, è bello riunirmi con il popolo della mia terra che amo da morire».
CHE AMORE – Il popolo di Salto e poi quello napoletano. Che colma la nostalgia con l’affetto. «A Napoli sono felice: è bello, molto bello vedere e sentire l’affetto che la gente ha nei miei confronti. Soprattutto per un giocatore che dà tutto in campo e lavora per poter ripagare la fiducia della squadra. Quando si crea una situazione così, quando ti senti amato come mi hanno amato e mi amano i napoletani, gli stimoli schizzano. Ecco perché ogni giorno cerco d’impegnarmi per dare il massimo, il meglio di me stesso: un modo per ricambiare un po’ tutto quello che la gente mi offre». Poi, la frase clou: «Spero di giocare un’altra stagione nel Napoli: qualche giorno fa mi ha anche chiamato il presidente De Laurentiis, abbiamo parlato a lungo al telefono, e queste sono cose che mi permettono di guardare al futuro con serenità e di continuare a lavorare e a giocare tranquillo. In questa squadra. Provando a migliorare sempre più».
LA MATURITA’ – Innamorato ma anche leader. Anche condottiero. Detta la linea, il Matador. Indica la strada per vincere, il suo unico obiettivo: «La squadra è cresciuta tanto e sta facendo cose ottime, ma credo che debba ancora maturare un po’. Certo è che il Napoli è sempre lì, a lottare con i club di vertice, e soprattutto non si arrende mai: in campo dà sempre tutto, il massimo in ogni partita». Una caratteristica tipica dell’era-Mazzarri. «Dobbiamo maturare, certo, però bisogna anche dire che non è facile arrivare fin dove siamo arrivati noi in un calcio difficile come quello italiano, e anche nelle coppe europee, sempre molto competitive». Finale dedicato alla Celeste, un po’ in difficoltà nelle ultime uscite valide per le qualificazioni al Mondiale 2014: «Sono sicuro che se lavoreremo bene a faremo le cose per bene, riusciremo a qualificarci anche per il Brasile».
A PRESTO – Il 2012 di Cavani finisce così, insomma: con un bilancio molto positivo e con l’affermazione chiara e tonda di cosa rappresentino Napoli e i napoletani nella sua vita. Il resto, si vedrà. Di certo il Matador festeggerà il nuovo anno a Salto, con la famiglia, e poi s’imbarcherà per l’Italia l’1 gennaio: il suo ritorno al centro sportivo di Castelvolturno, nonché quello degli altri colleghi sudamericani, è annunciato nel pomeriggio di mercoledì 2 gennaio. Il giorno della ripresa della preparazione insieme con il resto del gruppo, in vista del primo impegno del 2013: la partita con la Roma in programma al San Paolo, domenica 6 gennaio, alle 20.45.
A.S.