Clamoroso al san Paolo: ma pure gli extraterrestri possono permettersi un week-end di riposo e dopo una grande abbuffata, diviene “umanissimo” concedersi una pausa. Clamorosissimo al san Paolo: perché il Cavani all’asciutto è una novità di non poco conto e in quella decade trascorsa a disegnar capolavori, una rete di qua ed un poker di là, succede (a volte succede), che il diavolo ci metta la coda o il piedino di Mexes (che anticipa sull’assist di Insigne) o il piedone di Abbiati, (che si oppone disperatamente). L’Europa chiama e Cavani risponde: di nuovo lui, per crederci ancora, per restare aggrappati all’elite, per concedersi un inverno lungo e quindi anche una turnazione sempre viva, per tastare il gruppo e però per concedersi qualche altra serata d’onore e bearsi con quel bomber che sa sempre come si fa.
RENDIMENTO – Si ricomincia dopo due gare saltate per affaticamento muscolare, che fa da controcanto con l’andamento velocissimo d’un attaccante evidentemente capace di rimettersi in piedi in fretta: Cavani salta il Chievo e l’Atalanta, poi si riprende il ruolo e le responsabilità con il Torino ed è subito gol. Ma non basta, e no che non basta: perché dal tormento d’un pareggio scaturito in extramesi, proprio al novantesimo, e dopo l’1-2 del Dnipro che sembra valga l’eliminazione dalla vecchia, cara Coppa Uefa, si passa all’estasi per la quaterna che serve per demolire gli ucraini, ricompattare l’ambiente e ricreare intorno alla squadra il clima di fiducia. Ci pensa, chiaramente, Cavani: e il peggio sembra passato, almeno sino a Marassi, quando è 1-0 Genoa, poi è 1-1, ma subito dopo 2-1 rossoblù. Sa di nuovo di catalessi, di «crisetta» interna (diciamo di campionato): e invece, per il 2-2, chi se non Edinson Cavani, al sesto gol in una settimana esatta, un cannibale che va oltre, perché poi consegna ad Insigne il pallone del 2-4, quello che chiude la gara e rimuove ogni possibile incrostazione.
NAZIONALE – Ma qui non bisogna negarsi niente, almeno el matador così la pensa: va a fare un salto infrasettimanale con l’Uruguay, vincendo l’amichevole contro la Polonia, mettendoci un autografo pure lì. Così tanto per gradire, per dimostrare pure in Patria e a Tabarez che lui i gol li fa comunque e (soprattutto) ovunque, per rimettersi al centro d’un universo calcistico che gli appartiene. Ci pensa sistematicamente Cavani, fino a quando (e verebbe da dire miracolo), la serie non s’infrange sulle cosce protese di Mexes e di Abbiati.
AVANTI – Il giallo (un fallo di frustrazione, verrebbe da dire, dopo aver perso un pallone «sciocco») gli sottrae la gara con il Cagliari di lunedì prossimo ma gli concede la possibilità di dare tutto se stesso giovedì sera, contro l’Aik, quando si potrà provare a offrire emozioni più possenti in questo viaggio europeo, tenendo apertissimo il discorso qualificazione e caso mai opzionando il passaggio al turno (una vittoria darebbe non l’aritmetica certezza ma rilevanti possibilità di riuscire a farcela). E volete voi che un giocatore di quel calibro, che vuole giocare a prescindere persino le amichevoli, non cerchi di chiuderla subito o perlomeno di indicare la strada maestra? Cavani c’è, leader indiscusso, con un sabato sera particolare alle spalle e la rabbia per un pari e per una serata trascorsa (stranamente) in bianco: clamoroso, per el matador.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.