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Cavani, schiaffo al Napoli: le big lo tentano

Chelsea, Manchester City United e Psg attendono un segnale dal bomber

Chiudete il fortino. Perché i tifosi rumoreggiano, si scatenano sui blog e non sono disposti a sopportare la partenza di uno dei tenori. Non la sopporterebbe neppure Walter Mazzarri, che ha accettato di sposare il nuovo progetto di De Laurentiis (che intanto è serenamente in Cina) e di chiudere tutte le tentazioni che lo avrebbero potuto portare altrove. Ma quel «non so se resto» confessato da Edinson Cavani con la leggerezza che lo contraddistingue, a un mese di distanza da quel «qui manca la voglia di vincere» pronunciato dopo il 2-2 con il Catania, ha il sapore del tackle inatteso sul Napoli da parte del Matador. Una scivolata che ha preso in contropiede persino quelli del suo entourage. Uno dei suoi agenti, Pierpaolo Triulzi, non alleggerisce certo la tensione: «Meglio non aggiungere altro».
E chissà se ieri, nel postare su twitter la frase «Dio è fedele» accompagnata dal sorriso unico suo, della moglie Maria Soledad e del piccolo Bautista abbia mandato un segnale a tutto l’ambiente. Il Napoli è comunque arrivato al bivio, dopo la stagione più incredibile e pazzesca della sua storia recente: gli ottavi di Champions, la finale di Coppa Italia e la consacrazione tra le squadre più forti d’Italia. Ma le parole del bomber-icona segnano la linea di confine tra il desiderio di rilanciarsi e i timori di naufragare. Il ds Bigon e l’allenatore azzurro si sono affrettati a spiegare che Cavani non lascerà Napoli, ma poi Mazzarri, realista come al solito, ha aggiunto: «Ovvio, mai dire mai».
Il pensiero è semplice: con o senza Champions, Cavani e (pure) Lavezzi hanno capito che qui a Napoli guadagnano meno di quello che potrebbero guadagnare altrove. Lo hanno capito persino confrontandosi con Goran Pandev: il macedone ha un contratto che lo lega all’Inter da 3,9 milioni netti a stagione (la metà lo paga il club azzurro). Quasi un terzo in più della busta paga del Matador e del Pocho. E, per intendersi, Pandev nelle ultime tre stagioni ha segnato 11 reti: quasi la metà del bottino di Cavani solo in questo campionato.
L’Anzhi e la Russia aspettano Lavezzi: il magnate Suleiman Kerimov si prepara a inviare i suoi emissari per chiedere a De Laurentiis uno sconto (sostanzioso) sulla clausola da 32 milioni di euro. Per Cavani, c’è la fila: sono arrivate anche proposte dagli Emirati Arabi. Le tentazioni più concrete sono quattro: Manchester City, Chelsea, Psg e Real Madrid. In Italia c’è solo la Juve che potrebbe avere la forza per trattare con De Laurentiis la cessione del cartellino, che il patron azzurro valuta intorno ai 55 milioni di euro.
Potesse scegliere Cavani il suo futuro, andrebbe in Spagna. A occhi chiusi. Lo ha anche ammesso lo scorso anno. Perché non è la prima volta che l’attaccante spiega che, in fondo, le merengues sono un po’ come la sua squadra del cuore, soprattutto per quello che i «galacticos» rappresentano per un sudamericano. I segnali di effervescenza del campione di Salto non sono forse occasionali: arrivano proprio nella settimana in cui Hamsik ha ottenuto un ritocco del suo ingaggio che è lievitato al livello dei due fenomeni azzurri.
Un assist, quello del contratto ritoccato allo slovacco, raccolto con tempismo dall’entourage sia dell’uruguiano che dell’argentino che, nella sostanza, si ritrovano a condividere spesso tante cose (e non solo vacanze in giro per il Golfo). Il Napoli aspetta, cercando di soffocare l’ansia del momento. De Laurentiis deve trattenere i suoi campioni e al tempo stesso rinforzare il gruppo di Mazzarri.
Ma come stanno realmente le cose? In assoluto stand-by. E secondo un’interpretazione maliziosa, Cavani e il suo staff vorrebbero aspettare l’inizio del nuovo corso del Napoli, verificare quali giocatori siano arrivati, per decidere se rispettare il contratto che lo lega al club di azzurro e proseguire l’avventura insieme.
Cavani appare inquieto, nonostante il ritorno al gol dopo tre giornate a secco. Certo, potrebbe essere il solito gioco delle parti e un congruo aumento di ingaggio risolverebbe ogni crisi esistenziale. Ma Aurelio De Laurentiis, quando rientrerà dal suo tour cinese, difficilmente sarà disposto a contrattare un nuovo accordo. E dargli torto in questa vicenda è assai complicato.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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