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Cavani salva il Napoli, Atalanta beffata alla fine

I bergamaschi vanno in vantaggio nel secondo tempo con un grandissimo Denis. Mazzarri mette dentro i titolari e il Matador segna a 15 secondi dalla fine

Neppure il tempo di sedersi dopo la meritatissima standig ovation per un Denis straripante, che c’è Cavani a guastare la festa. L’attaccante del Napoli pareggia i conti a 15 secondi dalla fine, quando tutti pregustavano la prima vittoria dell’Atalanta contro una big. Il pari scontenta tutti: la squadra di Colantuono, che avrebbe meritato la soddisfazione dei tre punti, e quella di Mazzarri, che vede in salita la corsa verso lo scudetto proprio prima del recupero difficilissimo di martedì contro la Juve che, nel frattempo, ha allungato.

LE SCELTE – Colantuono resta fedele al 4-4-1-1, modulo che finora ha esaltato le caratteristiche dei bergamaschi. Davanti a Consigli tra i pali, la coppia centrale è formata da Lucchini e Manfredini, per via del pesantissimo infortunio al crociato del ginocchio destro di Capelli. A completare la linea difensiva Masiello e Peluso esterni. In mezzo il tecnico romano dà fiducia al cileno Carmona, che batte la concorrenza di Bonaventura e va a piazzarsi di fianco all’ex Cigarini. Padoin si allarga sulla fascia sinistra, mentre a destra c’è Schelotto. In avanti occhi puntati sugli argentini Moralez e Denis, ex che sfodera 9 reti e l’inaspettato status di capocannoniere. Mazzarri mantiene il 3-4-2-1 ma varia gli interpreti in ogni reparto. Con De Sanctis confermatissimo in porta, il reparto difensivo si affida ai soliti Cannavaro e Campagnaro, stavolta insieme a Fernandez, che permette ad Aronica un turno di riposo. A centrocampo è Inler a rifiatare; lo svizzero – vittima di un fastidio alla schiena – cede il posto al connazionale Dzemaili che si piazza in mezzo con Gargano. Largo a destra Zuniga, che si prende la corsia di Maggio, e a sinistra Dossena. Il tecnico toscano mette mano anche al reparto offensivo: Lavezzi, diffidato, viene preservato per il big match di martedì con la Juve e Pandev può giocarsi una chance vicino ai piedi sopraffini di Hamisk e Cavani.

NAPOLI, PROVA DI MATURITA’ – C’è una classifica, quella virtuale, secondo cui l’Atalanta mette i piedi in testa al Napoli: 19 i punti per i nerazzurri, con il meno 6 di penalizzazione che traduce i 13 punti effettivi, contro i 15 degli azzurri, seppur con una partita in meno. Poi c’è un altro dato che fa strabuzzare gli occhi: i bergamaschi non hanno mai perso in casa, dove hanno subito la miseria di due reti. Svilire quindi la squadra di Colantuono al ruolo di cuscinetto tra la notte da superstar di Champions col City e quella dell’acquolina scudetto con la Juve potrebbe essere un peccato mortale. Nel dna di chi vuole interpretare il ruolo di leader, in effetti, c’è una caratteristica imprescindibile: la maturità. Attraverso questa la prova, la squadra di De Laurentiis ha l’occasione per dimostrare di saper gestire le euforie passate e quelle future, con il pensiero fisso sul presente. Mazzarri lo sa bene e sembra aver assimilato la lezione rimediata col Chievo a settembre: il Napoli non deve cadere nella tentazione di un turnover eccessivo o di avere la testa altrove se vuole tornare a dettar legge in Italia come ai tempi d’oro, quelli del Pibe. Ecco allora la linea del mister sanvincenzino: qualche cambio per far rifiatare chi è stato spremuto a dovere in favore di qualche pezzo più lucido e voglioso, in grado di garantire energie psicofisiche fresche dopo lo sforzo di martedì. La vittoria in campionato, del resto, manca esattamente dal 2-0 rifilato all’Udinese il 26 ottobre scorso. Troppo tempo per chi ambisce al vertice.

DUELLO ZUNIGA-PELUSO – C’è grande aggressività sin dall’inizio e quando Cavani resta a terra per uno scontro con Cigarini e dopo appena due minuti si toccano già i cornetti rossi. Stessa paura per gli atalantini con Denis, steso da Dzemaili. Dopo i calcioni, finalmente il calcio. La partita si fa subito intensa e la chiave è chiarissima dall’inizio: la corsia Zuniga – Peluso è la fascia di campo più prelibata. Il colombiano si proietta continuamente in avanti e va puntuale al cross. Colantuono, allora, ordina al suo difensore di spingere di più per costringere l’esterno di Mazzarri a non prendere troppe iniziative. Mossa azzeccata quella del tecnico romano, che vede i suoi riprendere coraggio dopo una ventina di minuti in cui il Napoli dà un’idea di maggiore consistenza. Poche le occasioni, un brivido vero per parte. Per il Napoli è Zuniga, con l’ennesimo cross, a spaventare Consigli al 20′. Il portiere riprende posizione e si oppone con i pugni. Per i padroni di casa l’azione più nitida è al 41′: Schelotto crossa dalla destra per Peluso, la palla è troppo lunga, ma Moralez allunga il piede e rimette in area. Denis cerca un gol straordinario in rovesciata, ma il pubblico della Dea si deve accontentare delle intenzioni. Intenzioni che Mazzarri non può aver apprezzato in Pandev, anonimo nei primi 45 minuti.

DENIS SPETTACOLARE – Nella ripresa parte forte l’Atalanta che crea subito al 1′ una grande occasione con una conclusione di Carmona che finisce fuori di un soffio. De Sanctis resta immobile. I bergamaschi tengono alto il baricentro e ci provano di nuovo con Padoin. C’è più cattiveria nella squadra di Colantuono, mentre il Napoli appare un po’ spaesato. Quando i partenopei riescono ad alleggerire la pressione, portano in avanti anche Campagnaro o Fernandez, rischiando sulle ripartenze atalantine. Al 14′ Denis prova un gesto tecnico spettacolare, di grande coordinazione, ma la traversa ferma El Tanque. Mazzarri corre subito ai ripari: via Pandev, totalmente fuori fase, e dentro il Pocho. L’Atalanta, però, vive dell’entusiasmo del suo attaccante, che al 19′ trova il vantaggio. Pasticcio a centrocampo dei partenopei, un vivacissimo Moralez ne approfitta e innesca Denis che segna di piatto il gol numero 10. Rivincita da ex consumata, 70mila euro di bonus, Di Natale spodestato dal trono di capocannoniere e Atalanta che mette sotto una big come mai non era riuscita a fare. Mazzarri raddoppia con le sostituzioni e ridisegna un Napoli superoffensivo: via Fernandez, dentro Maggio, fuori Dzemaili, dentro Santana. La reazione degli azzurri si schianta contro le maglie ben strette dell’Atalanta, pronta a ripartire in velocità. Quando il Pocho va sul fondo e crossa teso, per poco non provoca l’autorete di Manfredini. L’impressione è che il Napoli sia una squadra solida, ma abbia un limite ben preciso che non la può catapultare in vetta: non riesce ad assorbire le seconde linee. Due, probabilmente, i rimpianti: l’atteggiamento troppo molle con cui i partenopei hanno iniziato la ripresa e soprattutto aver perso un pezzo pregiato come Denis, che finisce al 91′ a sradicareun pallone in mezzo al campo. Standig ovation per lui e Bergamo in delirio. Il pubblico, però, non ha fatto i conti con l’altro protagonista di serata, silenzioso fino a quel momento: Cavani. A 15 secondi dalla fine il Matador gela lo stadio con un tocco sotto porta che pareggia i conti, inaspettatamente.

Fonte: Gazzetta.it

La Redazione

M.V.

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