Giuseppe Pacileo, la grande firma del «Mattino», è stato con noi in via Chiatamone. Lui che ha raccontato per quarant’anni la storia del Napoli è incuriosito dalla squadra che verrà allenata da Benitez, uno straniero. «L’ultimo è stato Boskov nel ’96», ricorda.
Qual è l’allenatore straniero che ti ha più colpito? «Uno straniero di Brescia: Ottavio Bianchi, il tecnico del primo scudetto. Lui aveva giocato a Napoli, formando un grande tandem di centrocampo con Juliano, e conosceva l’ambiente. Scelse la strada del rigore per vincere. Eccessivo, però. Si mise contro Maradona e il resto della squadra che si spinse fino alla famigerata congiura».
Tra gli allenatori stranieri si ricorda soprattutto Vinicio. «Profeta del gioco d’attacco e brillante. Il punto forte del sistema era il centravanti Clerici, che riusciva a far segnare anche uno come Braglia. Vinicio era in Brasile quando Ferlaino diede Clerici al Bologna per Savoldi: s’infuriò».
Benitez sembra già entrato nel cuore dei napoletani e si fa chiamare Rafè. «Il mio edicolante lo chiama Lelluccio, pensa. Ma se i risultati non dovessero venire questa diventerebbe subito la squadra ’e mastro Rafele… Benitez ha fatto qualche buon risultato, ma gli allenatori si giudicano per come impostano la squadra e la fanno giocare».
Sarà traumatico il passaggio da Mazzari a Rafa, anzi Rafè? «Mazzarri ha ottenuto buoni risultati, ma non ha raggiunto il massimo e non è il non plus ultra. Certo, sarebbe singolare se l’Inter arrivasse al secondo posto e il Napoli al primo proprio con l’allenatore che anni fa era stato mandato via da Moratti dopo pochi mesi».
Ma da Benitez cosa ti aspetti? «Bisogna vedere cosa gli mettono a disposizione. Lui vuole che resti Cavani: i tecnici sono grandissimi con grandissimi giocatori. Prendi Bianchi con Maradona e, soprattutto, Bagni».
Salvatore fu fedelissimo fino alla rivolta dell’88. «C’erano due “bambenielli”, De Napoli e Romano, che si stancarono di correre per lui e Bianchi pensò una domenica di escludere Bagni. Se la prese, voleva andare agli Europei quell’anno e si mise anche lui contro l’allenatore».
La querelle Cavani sembra infinita. «Ho l’impressione che Cavani renda in base all’ambiente. A Palermo non faceva granchè: è a Napoli che è diventato Cavani. Gli conviene restare qui e al Napoli conviene dargli qualcosa in più».
Qui Edinson ha trovato l’amore di Maria Rosaria. «Certo, anche un motivo sentimentale potrebbe trattenerlo. Non c’è nulla di male in una passione amorosa, però non facciamo raffronti con la vita di Maradona: lui si è rovinato con droga e alcol, avrebbe potuto giocare fino a quarant’anni».
Il Napoli deve credere nello scudetto? «Si deve rafforzare la difesa. È andato via Campagnaro, si è visto che Britos non è superiore ad Aronica, Cannavaro ha un gran cognome ma non è Fabio. Servono difensori veloci e dai riflessi pronti. Per il resto, mi convincono altri calciatori, come De Sanctis e Dzemaili. È importante il rientro di Gargano».
De Laurentiis ha minacciato di portare il Napoli a Caserta in caso di mancato accordo sul San Paolo. «Un’uscita minatoria nei confronti del Comune, che fa sempre la parte del padrone dello stadio ma lo cura poco. “De Ma” e “De La”, sindaco e presidente, capiscano che tra un po’ c’è la Champions. Lo stadio ha difetti di origine, ma al San Paolo il Napoli ha vinto due campionati: è questa la sua casa».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
S.D.
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