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Cavani re d’Europa

Il "Matador" vuole vincere qualcosa d'importante con la maglia azzurra

Davanti a Bobadilla dello Young Boys, a Shelvey del Liverpool, a Xavier del Metalist, a Palacio, Di Natale, Eto’o. Cavani è davanti a tutti nella classifica dei bomber di Europa League. Pur avendo giocato meno di tutti, appena duecentosessantadue minuti. Con sei centri e un assist, il Matador si piazza sul trono dei bomber del Vecchio Continente lasciando intendere di non volerlo più mollare: «Dipendesse da me, giocherei sempre. Ci interessa far bene anche in questa manifestazione. Ora che ci siamo qualificati ai sedicesimi quando manca ancora una partita, proveremo ad andare avanti il più possibile e ad oCavani è nato con la voglia di correre. Ha sempre fame di gol, sete di gloria, desiderio di bruciare le tappe. In Europa viaggia alla media supersonica di un gol e mezzo a partita; in campionato, quindici reti in sedici gare. Roba da marziani. Numeri da far stropicciare gli occhi agli addetti ai lavori. Le sue ultime gesta, il poker rifilato al Dnipro e il gol che ha regalato l’aritmetica qualificazione ai sedicesimi di finale, sono state celebrate ovunque. In Sudamerica, come in Europa. In una notte sola, il Matador è entrato nella storia dell’Uefa per aver realizzato il gol numero 2000 della giovane competizione europea ed in quella del l’AIK Solna per aver segnato l’ultimo gol al “Rasunda Stadium”, lo stadio che consacrò Pelè nel 1958 e che domani verrà smantellato per costruirne uno nuovo . «Sì, sono contento anche per questo – ha confessato Cavani al termine della partita in Svezia – Si tratta di situazioni che vanno ad impreziosire la carriera personale ma mi fa piacere soprattutto per il Napoli che ha superato un ostacolo difficile per come si era messa la gara dopo l’espulsione di Aronica». 

LA MAGLIA CONTESA – Gli avversari hanno fatto a gara per avere la sua maglia al termine dell’incontro. Ma il giovane Bangura, nazionale della Sierra Leone, aveva battuto tutti sul tempo chiedendola al Matador prima dell’inizio della partita. E Cavani non solo si è ricordato della promessa ma l’ha anche abbracciato al centro del campo, scusandosi con Karlsson e compagni.
PALLONE D’ORO – Ormai il Matador pensa in grande. Ha appena compiuto 25 anni e prima o poi sogna di afferrare il trofeo più prestigioso per un calciatore: il Pallone d’Oro. Sa bene che dovrà mantenere costanza di rendimento e distinguersi in ambito internazionale se vorrà arrivare a tanto. Ecco perché per lui anche l’Europa League con il Napoli rappresenta una vetrina importante. Dopo i cinque gol nella passata edizione di Champions tra cui i tre segnati al City ed uno al Chelsea, ecco i sei bersagli nell’ex coppa Uefa impreziositi dal poker rifilato agli ucraini del Dnipro. Importante sarà anche il rendimento nella Celeste dove finora ha accumulato 45 presenze, 13 gol. Intanto, nella lista dei 23 candidati per l’edizione 2013, lui non c’è. Compaiono Messi, Cristiano Ronaldo, Ibrahimov, Falcao, Drogba, Neymar, Benzema, Pirlo, Balotelli, Buffon, Van Persie, Aguero. Ma non è un problema per Cavani. Molti critici si stanno già ravvedendo. E se continua di questo passo, sarà sicuramente candidato per la prossima stagione. Intanto, rispetto a Falcao dell’Atletico Madrid che ha un anno in meno, Cavani ha realizzato due gol in più gol con la maglia della Nazionale (13) e soltanto due in meno in campionato (8 rispetto a 10).
VERO LEADER – Dovrà solo limitare qualche protesta di troppo verso gli arbitri durante le partite, per il resto il bomber del Napoli si sta rivelando un vero trascinatore. E’ stato lui a dare la spinta determinante alla qualificazione nel girone F di Europa League (5 gol e 1 assist nelle ultime due uscite); sempre lui a suonare la carica in campionato con le vittorie esterne di Genoa, sia sponda Samp che rossoblu. E quasi certamente sarà lui a spingere il Napoli in Champions per incoraggiare De Laurentiis ad attrezzare una squadra ancora più competitiva per il futuro prossimo. Cavani, legato fino al 2017, ha voglia di vincere e se può farlo con la maglia azzurra, tanto meglio. La clausola rescissoria conta fino ad un certo punto, sarà sempre lui a decidere se andare e dove andare.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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