C’è poco da dire e, ormai, non c’è altro da fare: perché quando l’arbitro fischia e la giostra si ferma, ciò che resta d’un pomeriggio infido e scivoloso è un pieno di livore verso l’universo. Novantaquattresimo: Napoli 2 e Catania 2, con la Lazio ch’è scappata via, a tre punti, e osserva divertita il panorama sulla Champions. Ma appena dieci minuti prima, quando ancora un raptus collettivo non s’è impossessato dei prìncipi azzurri, pareva proprio una favola: «E invece siamo venuti meno sul più bello, smarrendo quella grinta che serve per vincere. Abbiamo commesso troppi errori proprio nel momento decisivo, quando avevamo la gara in pugno: come se fosse mancata la voglia di vincere. Ma senza quella determinazione non si va nessuna parte». Sessantuno: e chi se ne frega, sembra sospirare el Matador, al quale la zampata del 2-0 concede l’opportuntià di non staccarsi troppo da Ibra, di riportare il Napoli in zona Champions, e poi di scoprire ch’è stato tutto un terribile scherzo.
CORAGGIO – Dal due a due di Udine al due a due del San Paolo: mica è la stessa cosa, soprattutto rileggendo i risultati altrui, riscoprendo la Lazio in fuga, a una distanza più ragguardevole, e con il faccia a faccia previsto per il sabato santo all’Olimpico, però dopo aver incontrato la Juventus. Napoli-Catania è finita e stavolta non è come al «Friuli», perché l’umore induce al pessimismo e allora a un bomber che poi è anche un leader tocca imprimere la svolta e lasciarsi alle spalle la delusione: «Ora ce n’è tanta, perché abbiamo gestito male il vantaggio. Il pareggio ha un sapore amaro, avevamo la partita in pugno, pensavamo di avere i tre punti in tasca. Questo è il calcio e allora ricominciamo a lavorare».
VIETATO MOLLARE – Il calo (fisiologico) è per chiunque, per quel Napoli che a cinque dalla fine vede scoppiare tra le mani un match ormai suo, ma non certo per il Matador, che segna la sua diciannovesima rete in campionato, la sessantunesima nella storia del Napoli, la ventottesima stagionale, appena cinque gradini dietro a quel fenomeno di se stesso che un anno fa ne segnò trentatrè. Ma mentre intorno è un fiorir di numeri, a Edinson Cavani si scopre il nervo: «Abbiamo avuto un calo di tensione ma guai pensare che si sia complicata la corsa alla Champions. La gara con il Catania ha dimostrato che non appena si molla, anche per un po’, si finisce per pagare. Ora dobbiamo guardare avanti e preparare la prossima sfida, perché dovremo essere pronti al cento per cento».
LA CORSA CONTINUA – Meno nove, ripartendo dalla Juventus, scrollandosi di dosso tutti i passaggi a vuoto casalinghi che riemergono, ovviamente, quando le giornate si ingrigiscono. La corsa continua, chiaro, ma ora la strada è in salita e quel sessantunesimo gol al Matador non ha lasciato sensazioni particolari, certo ha concesso soltanto uno spicchio di felicità a termine: «Abbiamo la forza per reagire e dobbiamo farlo. C’è venuta meno la forza o la grinta o chiamiamola come voglia, la voglia di vincere: però siamo sempre competitivi per il terzo posto e sappiamo che le qualità non ci mancano. Riprendiamo a lavorare poi si riparte: lottiamo per quell’obiettivo che rimane alla nostra portata: perché noi vogliamo cercare di arrivare nei primi posti e andare in Champions». Ci sarà pur poco da dire, alla fine, ma c’è ancora parecchio da fare…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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