NAPOLI – L’unica certezza è che, rispetto a Lavezzi, non avrebbe troppe crisi d’identità dovute alla lingua: perché se Ezequiel a Parigi è diventato in un attimo il Pochò, lui continuerà a essere il Matador. Con tutti gli accenti allo stesso posto. Signore e signori, la storia si ripete. Un anno dopo: da un lato lui, Aurelio De Laurentiis, dall’altro Leonardo e in mezzo un campione sudamericano. E dunque il Napoli, Edinson Cavani e il Psg: la trattativa è cominciata ufficialmente ieri con un blitz del d.s. brasiliano a Roma. E’ cominciata, s’è fermata e proseguirà: fumata grigia, si dice così, anche se dalla Francia sono convinti che si brinderà a champagne. Fatto sta che l’ipotesi decollata domenica, dopo una cena parigina di Leo con Pierpaolo Triulzi, il manager brillante e silenzioso dell’attaccante, tra ieri e martedì è diventata una realtà: Edi, già sicuro dell’accordo economico, è diventato il centro di gravità di un faccia a faccia che non s’annuncia facile ma neanche impossibile. Il nodo, ovviamente, è la clausola. Sono i 63 milioni di euro che De Laurentiis pretende uno sull’altro. Il Psg lo sa perfettamente e riflette. Prende tempo ma comunque si muove prepotente, forte anche di una corsia preferenziale dovuta agli ottimi rapporti, e prova a inserire una contropartita tecnica: magari il difensore Momo Sakho, che piace da un bel po’ al Napoli.
L’INCONTRO – E allora, il bis. Il raddoppio di un club che, in silenzio e con cinismo da Oscar, prima di piazzare l’affondo decisivo ha lasciato rosolare tutti in un bailamme di proclami e trattative molto mediatiche, utili soltanto a coprire il blitz covato in attesa dell’annuncio del nuovo allenatore, Laurent Blanc: dal Real Madrid al Chelsea, passando per il City, il Monaco, lo United e tutta la famiglia Cavani – sognatori in salsa Real – sono stati soltanto mesi di parole e pochi fatti. Poi, lui: Leonardo detto Leo. Il d.s. del Psg che, ieri, è arrivato a Roma nel pomeriggio insieme con il d.g. Blanc, omonimo del tecnico e vecchia conoscenza juventina, per accomodarsi negli uffici della Filmauro e incontrare De Laurentiis (che ieri sera al rientro nella sua abitazione vicino al Quirinale, intorno alle 23.30, era nervoso e se l’è presa con i due cronisti che lo stavano aspettando, allontanandoli in modo molto brusco), l’a.d. Chiavelli e il d.s. Bigon, giunto a Roma alle 20 da Milano in aereo. Per trattare. Concretamente e con argomenti validi. Validissimi come il mare di petrodollari del Golfo Psg.
IPOTESI SCAMBIO – L’accordo, comunque, non è stato chiuso. Definito: prima di arrendersi all’idea di dover investire 63 milioni di euro per acquistare Cavani, Leo proverà ancora a capire quanti margini di sconto esistono; o magari se è possibile inserire una contropartita tecnica nell’affare: tipo Sakho, il ventitreenne difensore della Nazionale francese che il Napoli, guarda caso, segue da una vita.
ATTENTO MOU – Prima del Psg, l’offerta migliore recapitata a De Laurentiis è stata quella del City: 50 milioni di euro. Picche. No, thanks. Poi, attestati e messaggi di stima infinita: dallo United e dal Real, tagliato fuori quasi del tutto ma sempre prima scelta di Cavani; dal Chelsea e dunque da Mourinho, che ora dovrà seriamente darsi da fare prima di essere bruciato definitivamente dal Psg.
TRA URUGUAY E ITALIA – E lui, il protagonista? In vacanza a Montevideo, a godere di un po’ di serenità nel giardino della casa con vista sul Rio de la Plata adagiata sulla Rambla, la lunghissima strada costiera che parte dal porticciolo dei Buquebus, i taxi del fiume che fanno la spola tra l’Argentina e l’Uruguay. Come Hamsik, anche Edi non è andato a giocare la partita-evento del Messi&friends, e anzi, dopo aver tappato la bocca ai familiari vari, s’è chiuso in un silenzio d’attesa. A contemplare la convocazione per Dimaro: 21 luglio. Dall’altro capo del mondo, in Italia, ad agire in suo nome e in suo conto c’è il manager, Pierpaolo Triulzi. L’inafferrabile. Zero parole, commenti e varie. Soltanto l’attesa e il lavoro. La regia di quello che in ogni caso sarà l’affare dell’anno.
La Redazione
G.D.
Fonte: Corriere dello Sport
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