Ieri sera è rimasto a guardare, cosa che gli succede molto raramente con il Napoli come con l’Uruguay. Necessario far tirare il fiato ad Edinson Cavani, atleta generoso che non può sovraffaticarsi. Lo sanno bene Mazzarri e il preparatore atletico Pondrelli. Domenica, a un quarto d’ora dalla fine, il Matador è andato in panchina ed è stato sostituito da Insigne, che in sessantotto secondi ha segnato il gol del 3-1 al Parma. Il campione sudamericano si prepara per il ritorno a Catania. Titolare al Cibali, dove il Napoli non ha mai vinto in serie A. Alla guida dell’attacco in una partita che per Edi vale tanto perché sarà la numero 100 con la maglia azzura. La lunga serie, interrotta soltanto da qualche giornata di squalifica o da lievi problemi fisici, è cominciata nell’agosto 2010, contro una squadra svedese. L’Elfsborg, avversario degli azzurri nel preliminare di Europa League. Cavani firmò la qualificazione alla fase a gironi con una doppietta, segnata nel giorno della cessione di Quagliarella alla Juventus. Nessun rimpianto per il ragazzo di Castellammare di Stabia, il Matador si è confermato il miglior colpo della gestione De Laurentiis, trascinando con i suoi gol la squadra in Champions e in Europa League, mantenendola saldamente ai vertici del campionato.
Novantanove partite finora, così suddivise: 73 in campionato, 8 in Coppa Italia e Supercoppa di Lega (rete alla Juve nella tormentata sfida di Pechino) e 18 nelle coppe europee. Un cospicuo bottino: 69 gol, l’ultimo segnato domenica al Parma su rigore, procurato da una prodezza di Pandev, diventato il nuovo partner dopo l’addio di Lavezzi. Cento partite, una tappa importante nella storia di Cavani e del Napoli, destinata a continuare a lungo. Fino al 2016, secondo il contratto rinnovato due giorni prima dell’inizio del terzo campionato in azzurro: robusto aumento di stipendio fino a 4,5 milioni e clausola di rescissione fissata a 60. Gli estimatori non mancano in giro per l’Europa ed è scontato dopo queste esaltanti novantanove partite con il Napoli.
Ma la sensazione è che Edinson, ricevuto questo meritato attestato di stima da parte di De Laurentiis («Giusto fare questo sforzo per lui: Cavani è un grande professionista e un grande uomo»), non avverta la necessità di distaccarsi dal Napoli. Perché anche qui può vincere e restare ad altissimi livelli. La Coppa Italia conquistata il 20 maggio è soltanto un importante passo in un processo di crescita. «A Napoli sto bene, la società ha progetti ambiziosi e c’è una fantastica tifoseria», le parole di Edinson nella sala stampa di Castelvolturno dopo aver siglato il contratto con il presidente. Centesima tappa domenica a Catania. Sicilia, dove si è aperto nel 2007 il romanzo italiano di Edinson, fiore colto da Zamparini quando ancora riusciva a fare affari in Sudamerica.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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