No problem. E sì: perché non ci sono lusinghe che valgano, per l’oro di Napoli. Napoli-Manchester è in quell’aria inebriante che ancora impregna una città estasiata e fa niente se alle porte del san Paolo, come ombre minacciose, s’intravedano principi & sceicchi: no problem, perché ci sono vetrate antiproiettili (e dunque antisterline) protettive, ma poi c’è soprattutto l’atmosfera magica e seducente d’un microcosmo a prova di seduzione. « Sono concentrato solo sul Napoli e penso esclusivamente a giocare in questo grande campionato: ma sono anche felice di poterlo fare qui ». Vedi Napoli e poi sogni: con l’uno-due al Manchester City che fa da cassa risonanza, pardon da calamita, e richiama intorno ad un matador cortese le adulazioni di sempre: tutto il mondo è paese e il mercato, pure in Gran Bretagna, ha portoni spalancati sull’universo, che Cavani però chiude a doppia mandata, lasciando al Daily Mirror il lucchetto ma non le chiavi, quelle evidentemente sequestrate dallo scrigno dei sentimenti: « Non mi interessa se i Citizen hanno manifestato ulteriore interesse nei miei confronti, la mia unica ambizione è dare sempre di più al Napoli. Gioco in un torneo fantastico, abbiamo la possibilità di qualificarci in Champions: ora dobbiamo rimanere concentrati su noi stessi. Non c’è altro a cui pensare ».
LORO DI NAPOLI – No problem, of course: però si cambia, perché la dura legge del turn over, mentre all’orizzonte c’è (persino) una Vecchia Signora, va interpretata. E allora, visti gli atti, ascoltato il cronometro, verificato il minutaggio, consultato (anche) l’elenco dei diffidati, meglio evitare il pericolo giallo e quant’altro ancora: Pandev se la passa benino, c’è chi sta peggio onestamente; e Lavezzi, che ha tre ammonizioni modello spada di Damocle sul capo, e pure una stagione (già) vibrante alle spalle, può tirare il fiato, accomodarsi in panchina e concentrarsi su Madame, evitando (almeno in avvio) l’Atalanta e la sfida con el tanque. Poi, eventualmente, a partita in corso, chi vivrà vedrà: per cominciare, palla al macedone, che non gioca dal primo minuto ormai da due mesi – l’ultima volta a san Siro, contro l’Inter – e che quella sera, ma guarda un po’, finì pure per rimetterci fisicamente, rimediando una contrattura che l’ha sistemato in infermeria per un mese. Ora che s’è risistemato ed ha lanciato messaggi incoraggianti a Mazzarri, può esprimere dal vivo ciò che ha dentro, travestendosi da pocho oppure semplicemente riemergendo dalle brume d’un momentaccio, consumato a bruciarsi dentro per quell’incidente di troppo e per una condizione eccessivamente precaria.
LINEE D’OMBRA – Alle spalle di Cavani, c’è Hamsik e con lui c’è Pandev, l’accoppiata destinata a giostrare in quella linea d’ombra della trequarti. E Lavezzi, l’anti-Juventus della prima ora, avendo saltato soltanto la trasferta di Verona con il Chievo, può concedersi uno stop & go, liberare un po’ la testa, ricaricarsi fisicamente e mentalmente, sentire accrescere dentro di sé (ulteriormente) l’autostima e poi lanciarsi incontro alla Vecchia Signora. No problem?
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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