E la folla del San Paolo, al centounesimo gol di Edinson Cavani, lascia partire quel coro che aveva contrassegnato l’epoca d’oro del Napoli. «O mama, mama, sai, perché, mi batte il corazon? Ho visto il Matador, ho visto il Matador, eh mamà, innamorato so» . Lo intonavano per Maradona e solo per lui lo avevano intonato con tanta passione. Qualche volta anche per Lavezzi. Ma ieri sera il tifoso napoletano non ha resistito e si è lasciato andare con tutto il trasporto possibile. Quel fenomeno arrivato da Salto, via Palermo, da agosto 2010 a ieri sera, ha trascinato il Napoli nell’olimpo del calcio mondiale. Viaggiando ad una media stratosferica, ancora meglio del mitico Maradona. E dal Pibe de oro dista ora solo quattordici gol. «Raggiungerlo? Per me sarebbe un traguardo importantissimo. Farò il massimo per avvicinarmi a Diego, poi si vedrà» , racconta a caldo ai microfoni di Sky mentre una metà dello stadio resta ad attenderlo per carpire da un suo gesto, una semplice espressione del viso cosa davvero intende fare per il futuro. Ma lui, con il pallone tra le braccia, pronto a consegnarlo al piccolo Bautista presente allo stadio, saluta, alza le braccia al cielo, applaude a sua volta i tifosi. Lasciando aperto un dubbio atroce: che farà? Davvero andrà via? Nessuno vuole rassegnarsi all’idea di perdere un campione simile, un superman capace di segnare, dalla notte di Elfsborg a ieri, ben centouno gol tra cui otto triplette e quattordici doppiette. Ha scavalcato bomber del calibro di Vinicio, Careca, Canè, Savoldi. E’ a due reti soltanto da Vojak, a sei da Sallustro, a quattordici da Diego Armando Maradona. E per due volte, le sue perle hanno spinto il Napoli a sedersi al tavolo delle grandi, ad entrare in Champions League. «Stavolta abbiamo fatto un passo decisivo, il Napoli ha giocato una gara molto intensa piegando l’Inter che pure è un avversario pericoloso. Siamo felici ma ora bisogna pensare solo alla prossima gara per blindare questo secondo posto. Ancora non siamo in Champions anche se la meritiamo tutti. Al futuro non penso, io sono concentrato sul secondo posto e sulla sfida col Bologna».
L’ALIENO – Questo Cavani è davvero un alieno del calcio. Un attaccante capace di segnare in media più di trenta gol a stagione, un alieno del calcio che fa il campo avanti e indietro cento volte a gara, e che è egoista come pochi negli ultimi venti metri. Così egoista da far arrabbiare Pandev al momento di battere il rigore. In un primo momento era stato stabilito che lo battesse il macedone anche alla luce di qualche precedente poco confortante. Ma il Matador ha preso il pallone ed è andato sul dischetto: «Lo batto io» . E la reazione di Pandev successiva all’arrabbiatura è emblematica del gruppo che Mazzarri ha saputo creare in quello spogliatoio isolato da tutto e da tutti: proprio il macedone ha confezionato per il Matador la palla per il terzo gol, una tripletta che resterà nella storia nel caso dovesse davvero andar via dal Napoli. Ma per ora quel rapace del gol, che ha ancora tre gare per migliorare il suo record (75 in A, 6 in Coppa Italia e 19 in Europa, 1 in Supercoppa), ha ancora l’azzurro del cuore. Va a salutare tutto lo stadio a fine gara. Un saluto così caloroso che sa tanto di congedo. Ma per ora chi è disposto a sobbarcarsi la clausola di 63 milioni di euro, più altri 7 per commissioni varie, non si è ancora fatto avanti. Ma da oggi qualcosa potrebbe già cambiare. Di attaccanti simili, della stessa età (classe ‘87), ce ne sono pochi in giro per il mondo.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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