È uno spettacolo vedere il Napoli, in testa alla classifica con Juventus e Lazio dopo tre partite, quando va all’assalto degli avversari, specie se sono poco equilibrati e abbastanza sprovveduti come i giocatori del Parma. Cavani, Pandev, Hamsik, Maggio, Zuniga, Dzemaili e poi Insigne, a cui sono bastati 68 secondi per segnare il primo gol in serie A, quello che ha condannato gli emiliani dell’ex mai rimpianto Donadoni, su assist di Goran il grande. Si è capito perché De Laurentiis ha sborsato 7,5 milioni di euro a inizio giugno per riscattare il cartellino dell’attaccante dall’Inter. Alla prima partita in campionato, dopo le due giornate di squalifica per l’espulsione in Supercoppa, Pandev è stato irresistibile. S’è procurato il rigore dopo due minuti, costringendo il portiere stabiese Mirante a commettere fallo. Ha raddoppiato. Ha offerto a Lorenzinho, ragazzo tanto umile quanto bravo, l’assist per il gol che ha spento le ansie del Napoli.
La partita – la trecentesima di Mazzarri in serie A – è stata tenuta in pugno dagli azzurri anche se vi è stata una lieve flessione nei primi venti minuti della ripresa, quando il 2-0 sembrava già confortare i trentamila di Fuorigrotta. Più che di un calo psicologico, si è trattato di un problema di condizione fisica perché i numerosi giocatori impegnati con le nazionali durante la sosta, in particolare i sudamericani, hanno avvertito stanchezza. Compreso Cavani, che è stato sostituito con Insigne dopo aver fallito due gol al 7’ e al 25’ del secondo tempo (respinta di Mirante con il piede e pallone di poco a lato): giusto concedergli la possibilità di tirare il fiato. La difesa non ha accusato particolari sbandamenti anche se Mazzarri era stato costretto a ridisegnarne l’assetto dopo l’infortunio di Aronica (rimpiazzato dal tonico Gamberini) e lo spostamento del generoso Campagnaro sul lato sinistro. Il Parma, che aveva accorciato al 44’ con un colpo di testa di Parolo dall’imprevedibile traiettoria, si è fatto vivo in area quando mancavano quattro minuti alla fine: Belfodil ha sprecato a porta vuota.
La forza d’urto del Napoli è notevole, come testimoniano gli otto gol segnati nei primi 270’ di campionato. Gli attaccanti azzurri eccellono per capacità balistiche, rapidità di movimento e coordinamento: Hamsik e Pandev sanno sempre dove piazzare il pallone. Donadoni aveva potuto subito percepire cosa lo aspettava. Dopo 2’ perfetto servizio di Hamsik per Pandev, atterrato in area: impeccabile il rigore di Cavani. Scopertosi per cercare di raddrizzare la situazione, il Parma ha più volte subito il contropiede del Napoli, che ha bruciato qualche occasione di troppo e ha raddoppiato con Pandev, a cui aveva offerto il pallone ancora una volta Hamsik, scattato sul filo del fuorigioco. E, prima della rete di Parolo, c’era stato il palo di Dzemaili su punizione. Una fortissima pressione.
Se Cavani non fosse stato tradito da un po’ di stanchezza e da un eccesso di sicurezza, il Napoli avrebbe chiuso i conti ampiamente in anticipo con il Parma, che non ha avuto comunque la capacità per approfittare di alcuni disagi della difesa e dell’appannamento di Inler, rimpiazzato infatti da Behrami. Applaudito dai trentamila, Insigne ha potuto godere di un autentico quarto d’ora di gloria. È entrato e ha segnato, come sanno fare i campioni veri: questo piccolo grande Lorenzo, vincente scommessa di De Laurentiis e Mazzarri, c’è sempre.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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