Manca una gara al giro di boa e il raffronto che più intriga i tifosi è quello tra Cavani e Higuain; tra l’apporto offerto dal bomber uruguagio che segnava gol a grappoli e quello dell’attaccante argentino arrivato dal Real Madrid per rimpiazzarlo; tra una punta che faceva della fisicità la sua vera forza e un altro più votato al gioco di squadra anche in virtù del suo enorme bagaglio tecnico.
In estate, il Edinson alla 18ª aveva fatto più gol (13 contro 9) ma l’argentino dà assist a tuttidualismo aveva spaccato la tifoseria in un due partiti ben
distinti; da una parte, i nostalgici del Matador, decisamente in numero molto più consistente; dall’altra, quelli fiduciosi in un rapido ambientamento del Pipita e di conseguenza in una resa altrettanto valida.
Ebbene, il dato che emerge è perlomeno sorprendente, considerato l’arco di tempo piuttosto breve, poco più di quattro mesi: Cavani, passato nel frattempo a Paris Saint Germain per un cifra superiore ai sessanta milioni di euro, e Higuain, costato venti milioni di euro in meno, hanno inciso alla stessa maniera dopo diciotto giornate di campionato. Identico l’apporto offerto alla squadra e quindi l’incidenza sui risultati della stessa: l’uruguagio aveva realizzato cinque gol in più: tredici a fronte dei nove dell’argentino; Higuain, invece, esibisce quattro assist in più: cinque rispetto all’unico regalato dal Matador. Bilancio in perfetta parità, quindi. Con una differenza a vantaggio del Pipita non da poco: ha tempo davanti a sé per perfezionare l’intesa con i compagni, ambientarsi meglio, capire di più il calcio italiano laddove Cavani aveva avuto modo di farsi le ossa giocando nel Palermo. Per non citare il feeling che Higuain è stato capace di stabilire con i tifosi in così breve tempo El Pipita gioca per gli altri mentre la squadra giocava per far segnare il Matadora
differenza di Cavani che era apparso più distaccato anche per il suo carattere (introverso), per la sua religione (atleta di Cristo) e la sua love story durante gli ultimi mesi di permanenza a Napoli.
LA RESA DI CAVANI – Il Matador nella passata stagione era partito a razzo, seppure favorito da quattro rigori. Tredici le reti messe a segno nelle prime diciotto gare: un gol al Palermo, un altro al Parma, tre alla Lazio, uno alla Sampdoria, un altro al Torino, un altro ancora al Genoa, quindi la doppietta al Pescara, infine le reti all’Inter, al Bologna e al Siena. L’unico assist lo regalò a Insigne nella sfida con il Genoa al San Paolo. Un ruolino di tutto rispetto, da vero cecchino dell’area di rigore. Tredici gol che gli permisero di schizzare in testa alla classifica dei marcatori e di alimentare in casa-Napoli sogni scudetto.
LA RESA DI HIGUAIN – El Pipita, invece, ha realizzato nove reti ma ha anche saltato tre gare, subentrando in due (Genoa e Roma) e restando ai margini con il Livorno. In compenso, Higuain ha fornito ben cinque assist in diciotto partite mandando in rete due volte Callejon (a Verona con il Chievo e a Firenze), due volte Mertens (a Firenze e in casa con la Samp), una volta Pandev (al San Paolo con l’Udinese).
Bilancio quindi in perfetta parità e con una sottolineatura tecnica di non poco conto: El Pepita rispetto al Matador gioca più per la squadra che per se stesso. E la squadra non gioca prevalentemente per lui, anzi si avvale delle sue invenzioni e dei suoi servizi sui piatti d’argento.
Fonte: Corriere dello Sport
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