Il veleno nella coda. Quando ormai sembrava fatta. Una partita di grande sofferenza del Napoli si trasforma in incubo al primo dei quattro minuti di recupero (un minuto prima Mazzarri era stato espulso per proteste). Su un giro palla innocuo per far trascorrere qualche secondo in più Aronica, entrato cinque minuti prima al posto di Dossena, commette un errore clamoroso: retropassaggio corto per De Sanctis, s’inserisce Sansone, dribbla il portiere azzurro, e mette dentro a porta vuota.
Il Napoli stecca per la prima volta in casa, un pareggio dopo cinque vittorie consecutive. E soprattutto manca la grande occasione di potersi riavvicinare alla coppia Juventus-Inter, distanti ora rispettivamente cinque e quattro punti. A fine partita i fischi di delusione del San Paolo, era da tempo che non si sentivano. Il Torino si conferma squadra tignosa in trasferta, salva l’imbattibilità esterna con il gol dell’1-1 al fotofinish, e evidenzia le difficoltà del Napoli in questa fase della stagione. Gli azzurri vanno in vantaggio con Cavani (6’ del primo tempo), al rientro dopo due giornate di assenza per infortunio, al settimo gol stagionale in campionato e poi non riescono mai ad azionare con pericolosità il contropiede, vecchia specialità della casa. O meglio ci riescono una sola volta al 40’ del secondo tempo ma Hamsik, servito sulla corsa al bacio da Insigne, evita Gillet, si allarga troppo e a porta vuota calcia sul palo esterno. La palla gol che capitalizzata al meglio avrebbe chiuso la partita.
Napoli ben predisposto alla lotta in fase difensiva, poco lucido e poco incisivo ogni qual volta si crea la possibilità di ribaltare l’azione. Troppa imprecisione nelle situazioni di tre contro tre in ripartenza, troppi errori nell’ultimo passaggio, mancanza di lucidità e determinazione nelle poche fiammate degli azzurri alla ricerca del raddoppio. Partita difficile e lo si sapeva per quello che è l’atteggiamento tattico del Torino, una formazione molto brava a tenere bassi i ritmi e a non far giocare l’avversario. Atteggiamento che la squadra di Ventura non ha modificato nonostante il gol di Cavani subìto a freddo. Una squadra, quella granata, disegnata con il 4-2-4 che si affida a un lunghissimo possesso palla, chiamando in causa anche il portiere Gillet: un palleggio prolungato alla spagnola, un movimento a elastico che fa correre molto a vuoto la squadra avversaria. Un predominio di possesso palla che ha costretto il Napoli a tenersi a lungo basso e a fasi di particolare sofferenza con delle lunghe serie di calci d’angoli consecutivi. Torino però che ha chiamato in causa solo due volte De Sanctis, entrambe con Rolando Bianchi: bravo al 20’ e al 34’ del primo tempo a neutralizzare due colpi di testa pericolosi.
Per il resto tanti palloni gettati nell’area azzurra affollatissima e attimi di pathos con mischie continue ma con i difensori azzurri comunque capaci in un modo o nell’altro a liberare tutte le situazioni più pericolose. Mazzarri recupera Pandev e lo schiera da primo minuto in coppia con Cavani, il macedone regala qualche sprazzo però non fa la differenza. Resta in campo un’ora poi entra Insigne, piuttosto vivace Lorenzo che regala qualche accelerazione ma anche lui incapace di piazzare il colpo decisivo.
Nell’undici base (oltre a Cavani al posto di Insigne) rispetto a Bergamo una sola novità a centrocampo, Dzemaili al posto di Inler in coppia con Behrami. La mossa per avere due elementi in mezzo capaci di pressare e di ribaltare il fronte, mossa che ha funzionato solo in parte visto il predominio a centrocampo dei granata dell’ex Ventura. A sinistra confermato Dossena al posto dell’infortunato Zuniga, l’esterno milanese nonostante la buona volontà ha confermato di attraversare una fase d’involuzione e alcuni suoi errori nei cross sono stati accompagnati dai fischi del pubblico. Napoli che alla lunga ha pagato anche in brillantezza con alcuni elementi non al top della condizione.
Un pareggio dopo la sconfitta di mercoledì a Bergamo, si chiude male il trittico ravvicinato, il primo momento delicato della stagione. Giovedì si torna in campo al San Paolo per l’Europa League contro gli ucraini del Dnipro. Una vittoria in Europa, che rilancerebbe gli azzurri nella corsa alla qualificazione, può servire per sbloccare la squadra a livello psicologico anche in campionato. Il Napoli è terzo, rispetto all’anno scorso ha sette punti in più, tutto è ancora da giocare.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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