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Cavani: “Noi volevamo battere l’Italia”

L'attaccante uruguaiano felice dopo aver battuto la nazionale azzurra

«Cosa è successo con Chiellini? Nulla di particolare, cose di campo, che finiscono lì. Diciamo che Napoli-Juve sarà più bella» . Cavani unisce con un filo ideale l’ultima partita dell’anno dell’Uruguay, che non sembra più conoscere ostacoli, è l’ultima sfida di un ciclo terribile che comincerà sabato sera al San Paolo contro la Lazio e terminerà il 29 novembre, ancora a Napoli, nel recupero di campionato contro la Juventus. E’ contento Cavani, lui come tutta la Celeste. Chi esce dagli spogliatoi racconta di una musica a tutto volume che usciva dallo stanzone dove c’era la squadra di Tabarez, canti e balli come se si fosse vinta la coppa del Mondo. Cavani ha la faccia contenta, ha giocato dall’inizio alla fine (chissà come l’avrà presa De Laurentiis), lo ammette senza nascondersi dietro alcun alibi: «E’ bello vincere contro l’Italia, abbiamo giocato una partita dura, fra due squadre simili, la difesa azzurra è fra le migliori e non è facile giocarci contro. Sono contento anche perché questa vittoria ci permette di andare avanti nel ranking della Fifa e di tenere dietro proprio l’Italia»

TOUR DE FORCE – Se per l’Uruguay, l’appuntamento con la prossima partita ufficiale è per il prossimo anno, quando affronterà prima il Venezuela (il 2 giugno), poi il Perù (il 9 giugno) nella prima fase di qualificazione ai Mondiali in Brasile del 2014, per Cavani si profilano dieci giorni da paura. Dieci giorni per capire dove potrà arrivare il Napoli, per decidere il destino di una parte della stagione. Il Matador giocherà, così, sei gare in diciotto giorni: da Uruguay-Cile 4-0 di venerdì scorso al recupero di campionato contro la Juventus al San Paolo del 29 novembre. In mezzo, la decisiva gara contro il Manchester United di Mancini e Balotelli. «A Mario ho dato appuntamento proprio alla partita di Champions League, abbiamo parlato della sfida del San Paolo e io l’ho avvisato: quella sera sarà la nostra sera, vinciamo noi» . Ora tocca alla Lazio, Cavani preferisce pensare ancora alla vittoria contro gli azzurri: «Alla squadra di Reja penseremo da domani (oggi, ndr) , sono felice invece per questa vittoria, perché ottenuta contro una squadra tosta come l’Italia. Che spero faccia bene ai prossimi Europei» .

CLASSE – Cavani è classe pura, non solo uno splendido solista inserito da Tabarez in una formazione di talenti, ma anche uomo che è in grando di giocare per la squadra. Il Maestro riconosce al suo allievo tutti gli onori della cronaca: «Dite che avete visto Cavani sotto tono? E’ possibile, lo vedete di più voi, io posso farlo solo alla televisione….» . Una boutade che Tabarez si lascia scappare, per poi tornare serio: «Non scherziamo, per favore, è un giocatore che chiunque vorrebbe avere. Uno che, quando non segna, lotta per la squadra, torna in difesa, fa filtro. Ed è un attaccante così importante per noi quanto lo è per il Napoli. Il suo vero valore, però, molto più che per la sua fama di goleador, è il senso di squadra, che non si discute» .
Svela uno dei segreti che gli hanno permesso di imbrigliare l’Italia: «Se a Pirlo lasci spazio, tutto diventa più difficile, per questo avevamo pensato a una sorta di gabbia attorno a lui. Ha funzionato. E anche nella ripresa, eravamo pronti al loro cambio di modulo» . Battuta anche l’Italia, l’Uruguay sembra non volersi fermare: ora è diventata – più di Brasile e Argentina – la rappresentante del calcio sudamericano. «Si chiude un anno storico, ma lasciatemi spendere due parole per Forlan, un grande che ha tutto, calcio, tecnica, senso della squadra. Ora Diego ha voglia di imporsi anche in Italia, io sono sicuro che ci riuscirà».

 

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

 

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