Tanto aveva chiesto alla Befana, tanto ha ricevuto. Mettendoci del suo, ovviamente. Cavani porta via il pallone della sfida con la Roma che equivale ad un’altra tripletta realizzata in maglia azzurra, la settima della serie, la seconda stagionale. Ormai a casa Cavani non c’è più spazio per conservare quei palloni che Edi guadagna sul campo e stanno a significare prestazioni super. Dopo la Lazio, castiga anche la Roma alla stessa maniera. E vola a sedici reti in sedici gare in campionato. Venticinque su ventitrè presenze, comprendendo Europa League, Supercoppa Italiana e Coppa Italia. Numeri da «mostro» delle aree di rigore. « Sono andato a raccogliere il pallone della partita perché volevo proprio quello con il quale avevo giocato – racconta come un bambino felice a fine gara – E’ un risultato importante per noi perché tutti pensavano che dopo due risultati negativi di fila fossimo crollati. Invece abbiamo dato una prova di grande professionalità e questo gruppo merita di andate avanti e di lottare per qualcosa di prestigioso». Cavani è visibilmente raggiante. Come lo fu, la sera dopo aver rifilato addirittura un poker al Dnipro e spinto il Napoli ad avviarsi verso i sedicesimi di finale di Europa League. Dalle vacanze in Uruguay, trascorse tra una battuta a pesca nel fiume che scorre poco distante da Salto ed un allenamento sul campetto vicino casa, Cavani è rientrato più determinato di prima. Non gli bastava il rigore trasformato a Siena che pure aveva consentito di scacciare le ombre di una crisi. Cavani voleva vincere al San Paolo. O perlomeno tornare a vincere dopo i k.o. con il Bologna. E vi è riuscito alla sua maniera, siglando tre reti una diversa dall’altra, facendosi trovare al posto giusto nel momento giusto ed anche fallendo qualche altra ghiotta occasione da rete.
Ma non vuole guardare tanto più in là. Per il protagonista della serata, che non smette mai di pensare agli amici Cannavaro e Grava colpiti da una squalifica così pesante, c’è ancora tutto un girone di ritorno da giocare. Ed il Napoli, in attesa che la Corte di Giustizia Federale possa restituire i punti tolti dalla Disciplinare, può dire la sua fino in fondo: « Non dobbiamo abbassare la testa, ma solo cercare di mantenere la calma ed andare avanti perseguendo il nostro obiettivo che sappiamo bene qual è ». Che è quello di insidiare il primato della Juventus ma soprattutto afferrare la Champions League e così ritornare nell’Europa che conta. La stessa Europa che lo vede sul tetto dei bomber in Europa League e gli strizza l’occhio in continuazione. Manchester City, Paris Saint Germain, e tanti altri club ancora stanno già valutando come fare per arrivare a quella clausola rescissoria fissata da De Laurentiis su richiesta specifica dei suoi procuratori (Triulzi ed Anellucci): sessantatrè milioni di euro. Ma lui, per ora, ci tiene al Napoli più di ieri e meno di domani. E neanche De Laurentiis crede ad un suo possibile , imminente, distacco. Per i tifosi, poi, neanche a parlarne: Cavani è il Napoli e non si tocca.
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