NAPOLI – Diciamoci tutto: ma senza veli e magari senza ipocrisia, guardandosi occhi negli occhi e saltando a piè pari l’Oceano, le Alpi, le distanze, i fusi orari, le traduzioni e le possibili incomprensioni. Diciamoci la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità, infilandosi tra le pieghe d’un contratto e svelando (eventualmente possibile) le ipotesi future: andando a sbirciare in quella palla di cuoio ch’è imperscrutabile o nebulosa assai e provando a capirsi, evitando di contorcersi in quel passaparola. «Voglio parlargli faccia a faccia». Qui Cavani, a voi Napoli: e per ora – e solo per ora – la linea cade in attesa degli aggiornamenti, d’un appuntamento da fissare a Confederations Cup conclusa, al netto delle tensioni agonistiche e di qualsiasi libera interpretazione.
CAOS CALMO – I fatti, separati dall’opinione, sono riscostruiti assai semplicemente e risistemando il file d’un dialogo a distanza, Cavani e De Laurentiis hanno scoperto di doversi ancora reciprocamente esprimersi sui contenuti di una vicenda che “appassionerà” (e dividerà) l’opinione pubblica e quesi sei milioni di tifosi del Napoli sparsi nel mondo che aspettano il rintocco del big ben per tirare un sospiro di sollievo. La materia del contendere (l’ultima) è nella scadenza fissata in quell’accordo quinquennale firmato nell’estate scorsa, la via di fuga lasciata aperta in cambio di sessantatré milioni di euro da consegnare cash sul conto corrente d’una società che (disperatamente) vorrebbe tener con sé el matador, rinunciando ad una fortuna ma non certo al personaggio-simbolo: «Io credo che sia un uomo vero, quindi rimarrà al Napoli».
SENSE OF HUMOR – Le parole talvolta diventano pietre e le espressioni, i toni, l’ironia non possono essere rappresentate nella lettura dei dispacci che in Brasile scuotono Cavani e lo spingono a fare due passi avanti: «Le dichiarazioni del presidente sono state pesanti e molto forti e mi dispiace molto: ora voglio parlargli faccia a faccia». Ciò che viaggia nell’etere è la provocazione di De Laurentiis, depurata evidentemente dal contenuto di sarcasmo utile per arricchire la provocazione: «Io penso che se volesse andar via lo deciderà al termine del torneo al quale sta partecipando e non certo il 10 agosto. Diciamo che entro il 20 luglio sapremmo tutto: io me lo auguro, altrimenti gli sfascio la testa».
E ORA? – Da Napoli a Rio de Janeiro e viceversa, in un andirivieni di opionioni che certo appartiene al gioco delle parti e che va ben al di là di ciò ch’è racchiuso nel “patto” dell’estate scorsa: ma carta canta e per portar via Cavani da Napoli, saranno indispensabili i sessantatré milioni di euro che De Laurentiis non provvederà a ridurre d’un centesimo, pur di lasciare che la maglia numero 7 sia ancora di proprietà d’un goleador con pochi eguali, dietro al quale – però senz’ancora presentarsi adeguatamente attrezzati – sarebbero in tanti, il Chelsea innanzitutto, e adesso secondo Le Parisien anche il Psg; e ieri, però poi defilandosi il Manchester City: «Che per dieci mesi mi ha fatto una testa così….».
TENTATIVI – Si scrive Cavani e si rilegge un amore indescrivibile, raccontato in quel triennio da centoquattro reti e sottoscritto a scatola chiusa pure da Benitez e infine, a oltranza, da De Laurentiis, aggrappato strenuamente alla clausola, intimamente convinto d’aver argomenti per persuadere i corteggiatori: sessantatré buoni motivi per scherzarci su ( «io credo che sia un uomo vero e rimarrà qui…altrimenti gli sfascio la testa…» ) e aspettarsi la risposta del suo matador: «Voglio incontrarlo e parlargi: faccia a faccia». Olè.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
L.D.M.
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