Edinson Cavani, in ritiro con la sua nazionale a Montevideo, non è un campione da copertina patinata. Il suo valore di mercato non gli fa girare la testa e gli ingaggi faraonici a cui viene associato restano per lui una contrattazione di lavoro normale in un mondo, quello del calcio, dove purtroppo o per fortuna i parametri vanno oltre la ragionevolezza. E’ il calcio. Punto. Napoli è la sua squadra, Napoli è la città che lo ha consacrato bomber, la passione che lo ha travolto. Il club che lo ha reso grande. C’è l’ha ben presente, il matador. Che dall’Uruguay fa sapere di non sentirsi nel tritacarne del calciomercato. La pressione mediatica non cambia di una virgola il suo pensiero.
Napoli è il suo futuro?
«Napoli è il mio presente. Mi godo i successi di squadra e quelli personali raggiunti grazie a questo club. Nessuno è in grado di prevedere il futuro. Oggi sono felice».
Ma il suo sogno da bambino era un altro.
«I bambini sognano ed è normale, anche i miei figli lo fanno. Tutti lo fanno. La vita poi è un’altra cosa. Quando si è piccoli si sogna sempre, ma tante cose non si conoscono. Io ho trovato Napoli e sono orgoglioso. Poi è bello sognare, anche da grandi».
E andato via Mazzarri, c’è Benitez che preme affinchè lei non vada via da Napoli.
«Mi fa piacere, ma credo che il mister abbia scommesso sul Napoli. E ha fatto benissimo. Il Napoli è grande a prescindere».
Vorrebbe che lei restasse qui.
«Lo ringrazio per la stima e la fiducia».
Lo ha sentito?
«No».
Anche i tifosi sono in ansia.
«Lo so, ringrazio soprattutto loro. Il loro amore mi riempie di soddisfazione. Amo la città di Napoli, credo sia unica al mondo. Spero di aver ricambiato il loro affetto».
Parla al passato?
«Ma no, sto parlando di ciò che è stato finora, di quanto ci siamo divertiti, di quanto siamo cresciuti insieme. Di tutte le gioie che abbiamo vissuto».
Ci dica, Cavani: se arriva un club che paga la clausola, lei andrà via?
«Per ora sono un giocatore del Napoli, non mi risulta ci siano offerte di questo tipo».
De Laurentiis è disposto ad un sacrificio economico ulteriore perchè lei resti.
«Lo leggo dai giornali, in questo momento non penso a questo».
C’è la Confederations Cup.
«Sì, infatti. E sono qui a lavorare come sempre per dare il massimo alla maglia del mio Paese. E non è l’unica priorità».
E’ nel pieno della maturità calcistica, è uno dei cinque attaccanti più forti al mondo. Tra le contropartite tecniche per una sua eventuale cessione ci sono calciatori del calibro di Dzeko, Torres, Di Maria. Si sente più forte di loro?
«Mi sento soltanto Cavani, un umile e onesto lavoratore. Non sono nessuno rispetto a loro. La mia famiglia mi ha trasmesso la cultura del lavoro, della fatica e dell’onestà. Vado avanti per questa strada e basta. Questi sono i valori che insegnerò ai miei figli».
I suoi figli, appunto. Non è un momento felicissimo della sua vita privata.
«Di questo non mi piace parlare pubblicamente. Ciascuno si assume la responsabilità di quello che fa e risponde. Di sicuro posso dire che sono un papà leale, che i miei figli rappresentano tutta la mia vita e che a loro risponderò sempre. E’ un momento difficile, vero. Ma lo affronto. I miei figli sono l’unica priorità. Lavoro per loro, vivo per loro. Tutto il resto conta relativamente rispetto ai miei bambini».
Aspetta la chiamata dal Real Madrid, quella che sognava da bambino?
«Ora aspetto il momento per poter stare con i miei figli. Il resto nessuno può prevederlo».
A chi rivolge tutti quei baci che manda dopo i gol?
«A chi mi vuol bene, a chi ha fiducia in me. A Napoli che mi dà tanto».
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
La Redazione
G.D.S.
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