Cavani fa splendere il sole sul Napoli. Arma letale. Non ci fosse stato lui, la sua rabbia agonistica caricata a molla, chissà se la svolta tattica di Mazzarri col Genoa avrebbe prodotto i risultati sperati. Al di là del suo gol numero 14 della stagione (in 14 gare ufficiali). Di top, Edi il Matador ha anche l’indice di produzione: un gol ogni 84 minuti in questa stagione, come se non bastasse già l’irreale media di un gol a partita realizzati fino ad ora con data di partenza 11 agosto, il match di Pechino con la Juve. Tenendo conto soprattutto del «fatturato» di questi ultimi sette giorni: 6 gol in tre partite. Per dire, pistoleri come Milito, Jovetic, Di Natale e Klose in serie A viaggiano alla metà dell’efficienza. E ora la domanda epocale: come si ferma Cavani? Non lo sa nessuno, neanche l’interessato, che una volta ha risposto: «Non saprei che cosa consigliare a chi si ritrova di fronte un avversario come me». E forse non ci ha mai neanche pensato.
Che abbia tutto, e sappia far tutto, è risaputo. Corsa e tanto tantissimo tiro – grandioso in corsa, rasoterra, oppure teso a mezza altezza e angolato, rovesciate, punizioni – e tecnica da campionissimo. E poi quello spirito «spiritato» e vagamente forsennato che lo porta a recuperare palla a centrocampo e a piazzarsi in difesa ogni volta che c’è bisogno. Perché nel corpo di Edi l’implacabile passano i circuiti elettrici che danno vitalità a tutto il Napoli. Quando il bomber uruguaiano manca, e s’è visto a Bergamo, la squadra è floscia, quasi avesse l’anima opaca.
Numeri scintillanti, quelli del bomber nato a Salto che frantuma qualsiasi primato azzurro in poco più di due anni e mezzo di Napoli: è a quota 80 gol, scavalcato già Savoldi. A 96 gol c’è Careca, il brasiliano che faceva meraviglia affianco a Maradona. E più su Diego, a 115. «Piano piano li vado a riprendere», ha scherzato Cavani dopo i 4 gol in Europa League.
Intanto si accontenta di essere semplicemente il migliore della serie A. L’unico per cui valga la pena di comprare il biglietto, come una volta si faceva per Zico, Platini, Van Bastel o Zidane. Ebbene, nel campionato italiano c’è solo Quagliarella che, sulla carta, segna con una percentuale più alta: il bomber di Castellammare, ceduto proprio per far posto a Cavani nell’agosto del 2010, dopo la tripletta di Pescara è salito a quota 8 con una media realizzativa di un gol ogni 63,2 minuti. Superbo. Ma c’è il trucco: perché Fabio è stato in campo meno della metà dei minuti di Cavani. Edi 1.179 minuti, Quagliarella solo 506 minuti. Ecco, il confronto autentico è con chi, come Cavani, in campo ha superato i mille minuti di gioco. E allora, come volevasi dimostrare, non c’è storia con nessuno: l’eterno Di Natale ha segnato una rete ogni 130’ (9 gol); il mirabolante Klose un gol ogni 135 minuti (8); il gioioso Jovetic uno ogni 175 minuti (6).
Cavani in questo momento guida la classifica dei cannonieri del campionato con 8 gol (due su rigore). In sua compagnia due baby fenomeni: il romanista Erik Lamela e il fenomeno rossonero El Shaarawy. Il primo, che non gioca in Europa, ha una media di un gol ogni 103,2 minuti, l’italo-egiziano innamorato perso di Hamsik segna una rete ogni 135 minuti.
Dunque, anche i numeri confermano quello che ogni tifoso del Napoli sa da tempo: nessuno è come il Matador. In questa stagione ha saltato solo due partite (Chievo e Atalanta) per infortunio e il Napoli – che è comunque il quarto attacco della serie A con 20 gol – ha segnato solo un gol (quello di Hamsik). In sintesi: 10 presenze, 8 gol e 886’ giocati in serie A. A cui si aggiungono i 293’ complessivi tra Supercoppa ed Europa League (6 gol in 4 presenze).
La forza di Cavani è nella sua normalità. Edi non va in discoteca, non arriva in ritardo agli allenamenti, non pronuncia mai una parola fuori posto. Anzi parla pochissimo.ù
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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