Meglio essere il primo al San Paolo che il secondo altrove: che sia Manchester, che sia uno spicchio della terra in cui Cavani potrebbe confondersi in un organico spaziale. Una stella tra le stelle, insomma, con la cometa che guida, la scia luminosa da seguire. E’ una ipotesi – delle quattro – la meno intrigante, ma ha un suo perché ch’è contenuto nella riflessione di mamma Berta d’un mese fa, quando nella tormenta delle mille voci si inserì con autorevolezza quella donna assai ascoltata dal matador: «Lui ancora non conosce quel che accadrà, Napoli è una città meravigliosa e vive di calcio, l’affetto della gente non ha eguali ed io ho sempre detto a mio figlio: puoi andare da qualsiasi parte, ma nessuno ti amerà come ti stanno amando qua».
Poi i calciatori ragionano, riflettono, non lasciano che siano solo i soldi a tracciare il loro percorso, ma sentono il richiamo delle proprie emozioni e il San Paolo è rimasto calorosamente legato al proprio goleador, sino all’ultimo minuto dell’ultima gara (interna), quella con il Siena e quando è finita, tra le pieghe d’una festa annunciata per quella Champions League conquistata, poi ha spedito il suo messaggio attraverso quel boato finale, quell’applauso travolgente durante il giro di campo. Meglio essere il primo a Fuorigrotta…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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