Cavani lancia la sfida: lui e il Napoli puntano al «triplete». Il traguardo della squadra è la Champions e la Coppa Italia, l’obiettivo personale del Matador il titolo di capocannoniere del campionato (ora è secondo con 23 gol di cui tre segnati su rigore, dietro solo a Ibrahimovic con 26 reti di cui, però, 9 su rigore). E avverte: «Il traguardo è lì, la gara con il Bologna è diversa da tutte le altre. Voglio tanti tifosi al Dall’Ara». L’anno scorso Edi la partita la giocò… in tribuna con un tifo sfegatato al gol di Mascara. Domani gli azzurri cercano un’altra vittoria per tenere lontane Lazio e Inter. Tanto, se arriva terzo insieme all’Udinese passa il Napoli. «Il traguardo è lì. Per questo, la gara con il Bologna è diversa da tutte le altre. Voglio tanti tifosi al Dall’Ara». Se lo dice Edinson Cavani, che è la coscienza azzurra, deve essere vero. È un fine settimana elettrico, quello che sta vivendo il Napoli, a sei punti (o forse meno, dipende dall’Udinese e dalla Lazio) dalla seconda qualificazione consecutiva alla Champions League. Il Matador se ne sta acquattato come un gattone, e aspetta. Mica facile: l’occhio rimane sornione, ma dentro crepita il fuoco. «Spero di superare il record di gol della scorsa stagione – dice – Qui a Napoli è tutto più facile per me, questa città mi adora e io l’ho avvertito fin dal primo istante. In questo clima diventa più semplice anche segnare».
Il bomber uruguaiano è alla vigilia delle due settimane più intense della sua carriera italiana: un pass per l’Europa dei milionari da giocarsi ancora una volta fino all’ultima giornata, una finale di Coppa Italia, un possibile nuovo prolungamento del contratto con De Laurentiis. Da perdere la testa. Lui, per ora, rimane gelido, evasivo. «Bologna è una delle due finali che restano da giocare in campionato. Lo scorso anno ero in tribuna e mi ricordo lo stadio pieno di napoletani – spiega – La penso come il presidente De Laurentiis, spero che i tifosi ci accompagnino come hanno fatto tutto l’anno in Italia e anche in Europa. Aspettiamo i nostri sostenitori al Dall’Ara per regalare loro una grande partita e confermarci al terzo posto».
A un gol dal suo primato: 34 reti alla fine della stagione passata (nazionale compresa), 33 quando mancano 270 minuti alla fine di questa annata (Coppa Italia compresa). «È stata una stagione lunghissima dove l’elemento principale è stata la forza di un gruppo sempre unito e compatto – spiega il Matador – grazie al quale siamo stati in grado di superare i momenti difficili che pure abbiamo incontrato». La sua è una stagione fantastica. Lo ammette con la solita umiltà. «Non è solo merito mio, devo dire grazie ai miei compagni che hanno capito la mia maniera di giocare, che hanno fiducia in me e che non fanno che aiutarmi».
È cortese e fiducioso, Cavani, ancora virtualmente in corsa anche per il titolo di capocannoniere della serie A (23 reti contro le 26 di Ibrahimovic). Il suo è, ancora una volta, da incorniciare. Domani guiderà l’assalto del Napoli al Bologna, con Pandev confermato in attacco al suo fianco. Lavezzi andrà in panchina. Mazzarri lo ripeterà anche nella conferenza di questa mattina, c’è da giurarci: «Contro il Bologna come fosse una finale». Perché il Napoli deve essere preparato mentalmente a vincere le ultime due gare del campionato. Senza sperare in un passo falso (l’ennesimo) della sue antagoniste sempre più zoppicanti. Guai a fidarsi degli altri. Agli azzurri, in fondo, non serve fare troppi calcoli: se conquistano 6 punti sono in Champions, senza aggrapparsi alle disgrazie altrui.
Col Bologna sono tre punti fondamentali per la classifica, per il prestigio ma soprattutto per i soldi. Il terzo posto, si sa, è garanzia di accesso ai preliminari di Champions che vale una montagna di quattrini. Al Dall’Ara, contro la squadra di Pioli, scontato il pit-stop di Dzemaili con Britos che torna titolare contro la squadra felsinea in cui è cresciuto. Campagnaro, nonostante i segnali di ripresa, molto probabilmente verrà tenuto a riposo precauzionale.
Parte Lavezzi, anche se andrà in panchina. Il problema del Pocho, inutile girarci intorno, non è più di natura fisica. L’argentino sta bene ma è scivolato alle spalle del macedone nella gerarchia offensiva di Mazzarri. Questione di condizione fisica e di garanzie. Goran, in questo momento ne dà di più. Anche Vargas andrà in panchina. Nessuna novità. Ma per «l’oggetto misterioso» una buona notizia dal Cile: il ct della nazionale, l’ex milanista Claudio Borghi, ha annunciato la sua convocazione per le gare di qualificazione ai mondiali del 2014 spiegando che: «Ho tanti dubbi, ma poche certezze: Vargas è una di queste».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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