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Cavani: “L’amore dei tifosi napoletani nei miei confronti è incredibile”

Il sogno del "Matador": "Un giorno vorrei tornare al Danubio"

Niente spada, no, soltanto una canna da pesca nella mano destra del Matador: «Mi rilasso, mi riposo così». In Uruguay, a Salto, cioè a casa, in attesa di aggregarsi a Messi&friends – Lavezzi e Hamsik compresi – per l’imminente tour benefico tra la Colombia e Miami. E poi alla selezione olimpica uruguaiana per coronare un sogno: sì, perché a questo punto manca davvero soltanto l’ufficialità per benedire la partecipazione ai Giochi di Londra di Cavani. Che è super favorito per recitare da fuoriquota della Nazionale di Tabarez e che, se l’Uruguay andrà almeno in semifinale, salterà la Supercoppa italiana di Pechino. Il futuro, più o meno, va delineandosi secondo questa traccia. Ma non solo: «Ho quattro anni di contratto con il Napoli. Sto molto bene. Certo, poi nel calcio non si sa mai» . E’ l’incertezza del mestiere. A fronte di un po’ di certezze: il club azzurro lo considera incedibile; l’interesse di tante pretendenti non s’è tramutato (ancora) in offerte concrete; prima o poi attende notizie da un incontro con De Laurentiis, non ancora in calendario, per parlare dell’ingaggio.

IL FUTURO – E allora, è proprio da quest’ultimo aspetto che forse è bene cominciare il racconto della mini vacanza del Matador e degli scenari che potrebbero svilupparsi nei prossimi giorni tra il Sudamerica, Roma e Milano. Che, da qualche giorno, è anche la scena dell’azione di Pierpaolo Triulzi, uno dei manager di Cavani mediamente di stanza in Argentina. Ieri Triulzi era nella capitale italiana del mercato, proprio come il ds Bigon, rientrato dalla luna di miele a New York, ma i rispettivi pensieri in merito al rapporto sono chiari da tempo: i due sono in contatto continuo, e dunque non resta che attendere un colloquio con De Laurentiis. Nessuna data, nessun appuntamento già fissato: ma è prevedibile che, considerando l’importanza e il peso specifico di Cavani, marziano dell’area di rigore e macchina da (66) gol, prima o poi se ne parlerà dal vivo.
AMORE E REALISMO – Nel frattempo, a Salto, ha parlato lui. Edy il pescatore, ai microfoni della trasmissione radiofonica, “Las voces del futbol”. Le voci del calcio. La sua è sempre serena, moderata in un filo di tonalità musicale: «Il Napoli? Sì, ho quattro anni di contratto e penso solo alla mia vita in azzurro: sto bene, la città è stupenda e l’amore dei tifosi è qualcosa di incredibile. Nel calcio, però, non si sa mai quando arriva il momento di cambiare squadra» . Giusto e sacrosanto. In pratica, lui manda messaggi d’amore e fedeltà, ma con un pizzico di realismo. Normale, del resto, per uno del suo calibro: top. Come normale è anche aspirare all’Olimpiade: «Per me sarebbe un grande onore, un grande orgoglio fare parte della selezione che rappresenterà il nostro Paese ai Giochi. Appena ho saputo di essere stato inserito nella pre-lista sono esploso: che gioia impareggiabile». 
CINA LONTANA – Cavani, Suarez, Muslera e Rios. Un poker di fuoriquota, cioè di over 23 (anni), che però in vista di Londra dovrà diventare un tris: non è ufficiale, ma è molto probabile che alla fine Tabarez lo convochi. «Non mi faccio illusioni. Ogni cosa ha il suo tempo» . Come a suo tempo, eventualmente, il Napoli dovrà fare fronte all’assenza del Matador a Pechino, nella sfida di Supercoppa con la Juve: se Edy andrà in Inghilterra e l’Uruguay andrà avanti nella competizione, fino in fondo, la sua assenza in Cina sarebbe scontata. «Il club non ha opposto alcuna resistenza per questa mia decisione: hanno capito perfettamente quale significato abbia per me» .
IL RELAX – Nel frattempo, riposo. Sì, soltanto riposo. Almeno per qualche giorno: «Mi sto dedicando alla pesca: mi rigenera, mi dà molta forza. E poi alla famiglia: mi piace stare tutti insieme, magari a mangiare arrosto e anche a bere un bicchierino di vino. Senza eccessi, per carità: essere credente non significa per forza essere astemio» . Chiusura con un sogno: «Un giorno mi piacerebbe tornare al Danubio» . A Montevideo: «E giocare una Libertadores: non dimentico le sensazioni e l’amore dei tifosi». 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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