Edinson Cavani è il non personaggio. Una specie di anti-stella. Eppure è l’uomo che fa brillare il Napoli, con la sua semplicità in campo e fuori: «Domenica sera vinciamo noi, e poi vinciamo anche il 20 maggio la finale di Roma perché vogliamo portare a Napoli la Coppa Italia. Mio figlio è napoletano, sto bene e sono felice qui. Il mio futuro non dipende dalla qualificazione in Champions ma io vorrei un trofeo con questa maglia, ci tengo tanto. Ma ora pensiamo al campionato e alla rincorsa al terzo posto».
Il Matador è uno che non gioca mai un pallone per caso, che segna come pochi altri in questo momento in Italia e in Europa e che spesso si concede colpi spettacolari. Ed è uno che quando parla lo fa quasi sempre a bassa voce. Ma la sfida alla Juve lo trasforma in una specie di condottiero. «La classifica cannonieri? Ci penso. Mi piacerebbe vincerla, magari facendo altri tre gol alla Juventus – dice scherzando – La gente vuole che io sia il loro Matador. I rigori? C’è merito anche del portiere quando non segno ma io continuerò a tirarli finché Mazzarri non mi dirà che non tocca più a me». Vincere a Torino è un’idea che lo esalta: «Anche perché la Juve non ha mai perso: speriamo di batterla soprattutto perché per noi è fondamentale il terzo posto. E la gente ci tiene in maniera speciale».
Il suo vero spettacolo è la normalità in ogni cosa che fa. In campo e fuori. È l’antitesi di un protagonista perché è una sorta di calciatore collettivo: garbato, discreto, lavoratore. «È una partita decisiva pure per me, quella di Torino. C’è grande concentrazione da parte nostra. Vivo un’esperienza unica in questa città. Lavoro sempre per migliorare. Non voglio pensare a quello che può succedere nel futuro, io mi concentro solo sul presente». Non si è mai fatto un tatuaggio, a differenza di Lavezzi di cui si è perso il numero preciso. Mai una polemica. Per questo ha stupito la frase dopo il Catania: «Nella vita non siamo tutti uguali – dice ancora l’uruguaiano. Tutti abbiamo voglia di vincere, non ho mai pensato che i miei compagni non l’avessero, in quella partita ci è mancata però quell’esperienza di portare a casa quei tre punti a tutti i costi: si può migliorare. Nessuna polemica: sono convinto che il mio gruppo abbia capito bene il senso delle mie parole. Io lavoro sempre per dare il massimo».
Cavani è richiesto da tante squadre, ma è concentrato soltanto sugli impegni del Napoli: «Faccio il massimo ogni giorno, prima o poi arriverà il momento… Siamo sereni e concentrati e pensiamo alla vittoria contro la Juve. Mazzarri? Quello che ha fatto il nostro allenatore è qualcosa di grandioso, mi piace tanto il suo modo di lavorare. Mi auguro possa continuare a farlo ancora per tanto tempo».
Un rimpianto c’è: «La storia del furto è acqua passata: quello che mi dispiace è che sia per me difficile visitare la città, quando esco con la mia famiglia, so di dover dare qualcosa alla gente».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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