La sua qualità migliore non la si vedrà mai perché è nascosta, appartiene all’intimo. Cavani ha una fede illimitata in Dio per quello non s’abbatte mai, neanche nei momenti peggiori. E lotta fino all’ultimo secondo perché sa che in un attimo può cambiare tutto. Non è la prima volta che gli capita di far gol nei minuti Da quando l’uruguaiano è a Napoli ha messo a segno 42 gol molti, determinanti, nei finali di gara. Vi raccontiamo i più bellidi recupero. Nella scorsa stagione fu grazie alle sue prodezze sul filo di lana che si cominciò a parlare della zone-Mazzarri. Prodezze che permisero al Napoli di andare avanti in Europa League e di qualificarsi in Champions. Da quando è arrivato in azzurro, l’attaccante di Salto ha messo a segno quarantadue gol. Molti di questi nei finali di gara. Tanti decisivi ai fini del risultato. «Io non mi arrendo mai e finché l’arbitro non fischia la fine»
PRIMI SEGNALI – Con la nuova posizione ritagliatagli da Mazzarri (prima punta, al contrario di come agiva a Palermo) Cavani si fece notare subito: gol della vittoria in casa della Sampdoria a quattro minuti dalla fine; la rete del quattro a uno a Cesena in pieno recupero; l’incredibile tre a tre a Bucarest sette minuti dopo il novantesimo; lo zampino nel gol di Lavezzi a Cagliari al 48′ del secondo tempo.
Un campionato proseguito tra doppiette e triplette. E con altre zampate piazzate al tramonto di sfide che sembravano avviate al nulla di fatto. Rimane indimenticabile la deviazione in mischia con la Steaua che permise E’ questo il suo pensiero, sostenuto da una fede fortissimaal Napoli di superare il girone di Europa League e accedere ai sedicesimi di finale: gol al 47′ del secondo tempo tra la disperazione dei romeni. Ancora più sensazionale la rete che piegò il Lecce al San Paolo al 48′ st: Cavani fece tutto da solo agguantando una vittoria insperata.
Una stagione fantastica quella vissuta da Cavani al primo anno di Napoli. Ventisei gol in campionato, sette in Europa League. «Sarà difficile che possa ripetersi», dicevano in tanti, dirigenti del Napoli compresi. Ma il Matador non se n’è fatto mai un problema. Non ha mai pensato di non potersi ripetere. Anzi si è rituffato nella mischia più motivato di prima, sereno come sempre, meno che mai ansioso.
LA CONFERMA – Il 14 settembre ha inaugurato la stagione agonistica con un gol all’Etihad Stadium in casa del Manchester City che ha lasciato presagire quale ruolo volesse recitare il Napoli in quel girone infernale. Non certo da Cenerentola. E quattro giorni dopo ha calato il tris con il Milan. Quattro gol del Matador dal mercoledì al sabato. Poi ancora all’appuntamento con il Villarreal, anche se su rigore, a fine settembre. Squilli da bomber ritrovato. Almeno così sembrava. Ma ottobre si è rivelato un mese nero per il bomber. Cavani ha patito fin troppo l’infortunio accusato proprio contro gli spagnoli (distorsione alla caviglia destra). Ma non ha voluto rinunciare agli impegni con la sua nazionale per cui si è sottoposto a un carico di stress non indifferente. E l’ispirazione sotto porta (non l’impegno in campo) s’era affievolita.
L’ESPLOSIONE – Il ritorno al gol di Cavani è coinciso con la gara più importante della stagione: quella di ritorno con il Manchester City. Lì, il Matador ha calato una doppietta che resterà nella storia. Due gol che hanno riaperto gli occhi ai dirigenti dello stesso Manchester, del Chelsea, del Bayern Monaco. Infine, la rete allo scadere di Bergamo proprio alla vigilia della sfida con la Juventus. Una sfida che stuzzica molto Cavani, autore di una tripletta memorabile lo scorso campionato e che stavolta vorrà sicuramente ripetersi perché afferrare i tre punti vorrebbe dire riaprire anche i giochi per lo scudetto.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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