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Cavani, incontentabile bomber

L'attaccante azzurro: "Però volevo segnarne di più"

«Sì, è vero, ho fatto 33 gol tra campionato e coppe, però?», però non s’accontenta El Matador. «E’ che volevo migliorarmi. E’ che volevo fare almeno un gol in più dell’anno scorso». Dice pure questo, Cavani, in quel fiume di parole azzurre che accompagna il Napoli nuovo re di coppa. Ma dura un momento. Perché stavolta davvero non c’è rammarico che tenga. E infatti sorride la famiglia Matador mentre posa al completo col trofeo passato prima di mano in mano e poi di casa in casa. Trofeo che è anche il primo vinto da Cavani con un club e che per questo fa storia pure in casa sua. «Obiettivo raggiunto. Missione compiuta», racconta soddisfatto il bomber tutto Dio, squadra e famiglia. Uno che, abusando un po’ del Censis e del suo dell’ultimo rapporto sui sentimenti tricolori, non si farebbe fatica a definire un “perfetto italiano del pallone”. E non è uno scherzo, perché sono davvero questi i suoi valori più importanti. Una sintesi eccellente tra quel rito pagano che è il pallone e la fede sincera che da Atleta di Cristo Cavani porta in campo e fuori.

GOLEADOR – Cavani Atleta e bomber, dunque. E che bomber! Secondo l’anno scorso in campionato appena due passi dietro Di Natale (26 e 28 gol), terzo stavolta con 23 centri dietro Ibra (28) e Milito 24. Ma solo per colpa dei rigori. Perché senza tiri dal dischetto la classifica del gol sarebbe la seguente: lui primo con 20 centri e poi Ibra 18 e Milito 16. Ma fa niente. Ha di che essere contento, Cavani, di quel che sta facendo in maglia azzurra. L’avesse saputo, altro che 17 milioni spalmati in cinque anni (5 subito e 12 in quattro stagioni) avrebbe preteso il Palermo per farlo trasferire in maglia azzurra. Ma è vera pure un’altra cosa. E’ vero pure che nei suoi tre anni e mezzo siciliani, il signor Matador non s’era mai esaltato così tanto. Complessivamente, tra campionati e coppe, infatti, Cavani aveva segnato 37 volte. Nelle due ultime stagioni, invece, i suoi gol sono stati quasi il doppio. Sono stati ben 66 e nessuno in Italia ha fatto meglio e più di lui. Di Natale, il “nemico numero uno”, infatti, ne ha fatti 57, Ibrahimovic 56, Milito “appena appena” 34. Proprio così: due anni soltanto e Cavani è già nono nella classifica dei bomber azzurri d’ogni tempo, appena a quattro gol da Vinicio e da Canè. Insomma, è già nel libro della storia del Napoli, Cavani.

MERCATO – E quindi, venticinquenne com’è, non c’è da meravigliarsi se sia nei pensieri dei migliori club d’Europa. Ma dovranno tutti rassegnarsi: inglesi, spagnoli ed italiani. Il Napoli che vuole andare avanti sulla strada dei successi, infatti, sa di non poter fare a meno del suo re del gol. Anzi, è giusto il contrario: è proprio su di lui e sui suoi gol che deve costruire il proprio futuro. Del resto, l’ha detto anche Cavani: «Si saprà presto se questa coppa Italia è un punto d’arrivo o di partenza». O, chissà, se è tutte e due le cose. Ovvero: la chiusura d’un ciclo che va dal tre a tre col Cittadella in un triste 26 settembre del 2004 al due a zero alla Juve nell’ultima felicissima notte dell’Olimpico, e l’avvio di un nuovo percorso che punta sempre più all’Europa e al campionato. Un progetto al quale non può essere estraneo il campione nato a Salto, città di confine (con l’Argentina) e terra di campioni. Là, infatti, sono nati pure Andrade e Fornaroli e anche Luis Alberto Suarez, El Pistolero del Liverpool, compagno di Cavani in Nazionale. E proprio la Celeste avrà Cavani – e anche Gargano – nei prossimi giorni. I due azzurri, infatti, sono tra i convocati per l’amichevole di sabato prossimo con la Russia a Mosca e poi per la doppia sfida col Venezuela (2 e 10 giugno) per la qualificazione al prossimo Mondiale brasiliano. La stagione del Matador, insomma, non è finita ancora.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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