Mattinata movimentata, quella di lunedì, negli uffici della Procura, al Centro direzionale. È bastata la comparsa di Edinson Cavani – convocato in qualità di persona informata dei fatti, in relazione ad un furto subìto nella sua ex abitazione di Lucrino – per scatenare una ressa da stadio, con cancellieri, avvocati e gente comune, tutti alla caccia di un autografo del campione del Napoli.
Il calciatore era stato convocato dal pubblico ministero Stefano Capuano, titolare del fascicolo aperto sul furto messo a segno lo scorso ottobre nella villa del centravanti. «El Matador» si è trattenuto nell’ufficio del magistrato per poco più di mezz’ora, giusto il tempo necessario a fornire ulteriori particolari sul furto che potrebbero risultare utili alle indagini, che sono coordinate dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo. Da parte degli inquirenti c’è attenzione verso la serie di episodi riconducibili a piste di criminalità comune ai danni di calciatori azzurri e di alcune loro compagne. A cominciare dalla compagna di Ezequiel Lavezzi, alla quale venne sottratto (sotto la minaccia di una pistola) un Rolex; la moglie di Marek Hamsik, che sempre sotto la minaccia di un’arma si vide sottrarre il Suv (poi recuperato); si è poi saputo che alcune settimane fa un altro giocatore della rosa azzurra, Salvatore Aronica, aveva subìto e denunciato il furto della propria autovettura. Ultima vittima eccellente della serie di inquietanti episodi, la consorte del difensore Ignacio Fideleff: ignoti la forzarono (senza però rubare niente) mentre era parcheggiata non lontano da un centro commerciale a Quarto.
Esiste forse un filo rosso che tiene insieme tutti questi episodi, o si tratta piuttosto di casualità? A questo tendono gli accertamenti dei pubblici ministeri napoletani. E fin qui l’indagine. Ma torniamo a lunedì mattina, quando la comparsa di Cavani ha scatenato la curiosità di tutti. Il campione è stato letteralmente accerchiato da avvocati, cancellieri, appartenenti alle forze dell’ordine, tutti alla caccia di un autografo o di una foto ricordo.
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Mattino
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