In campo ieri per un lavoro defatigante a Castelvolturno e per la corsa in pineta, in campo domenica contro il Parma in campionato. Cavani non si ferma mai, instancabile, più stakanovista di lui non c’è nessuno. È appena rientrato dall’Uruguay, dopo il doppio impegno con la Celeste, suo il gol dell’1-1 che ha salvato dalla sconfitta casalinga con l’Ecuador. «Sono momenti che capitano nel calcio, non solo all’Uruguay e bisogna superarli. Penso positivo e dovremo preparaci al meglio per le prossime due partite di ottobre», ha detto Edi.
Un atleta vero, un fenomeno, il Matador riesce come nessun altro a smaltire tossine e fatica. Nell’anno solare 2012 non si è fermato mai, fin qui nove mesi vissuti tutti di un fiato, 42 partite e 26 gol. Protagonista con il Napoli nel doppio impegno di Champions contro il Chelsea, nelle cinque partite di coppa Italia fino al trionfo dell’Olimpico di Roma sulla Juve, e nelle 23 partite di campionato tra stagione scorsa e quella attuale con 14 gol complessivi e il volo a Pechino per la Supercoppa con rete nella sfida persa con la Juventus. Impegni con la squadra di club, impegni con l’Uruguay, sei gare, quattro per le qualificazioni mondiali con due reti e altre due amichevoli. E ancora le cinque presenze con la nazionale Olimpica dell’Uruguay, le tre ai giochi di Londra senza gol, precedute dalle due amichevoli con tre reti.
In realtà sono due anni che Cavani non si ferma. Cominciò ai Mondiali in Sudafrica con l’Uruguay, quarto posto e gol nella «finalina» persa 3-2 con la Germania. Poi il primo anno a Napoli con gli impegni tra campionato, coppa Italia ed Europa League e i tanti gol con gli azzurri trascinati al terzo posto e alla qualificazione in Champions League. Poi la coppa America vinta con l’Uruguay in Argentina. Due anni senza fermarsi mai, un campione che non conosce sosta. Un «titolarissimo», lo definiva l’anno scorso Mazzarri, un titolare quest’anno, insostituibile in campionato ma al quale il tecnico concederà qualche break in Europa League, a cominciare dall’esordio di giovedì prossimo contro gli svedesi dell’Aik Stoccolma al San Paolo. Adesso in venti giorni tra campionato e Champions saranno sette gli impegni per gli azzurri (ci sarà anche il turno infrasettimanale di serie A con l’impegno al San Paolo con la Lazio). E poi Cavani sarà nuovamente in campo con l’Uruguay negli altri due impegni delle qualificazioni Mondiali del 12 e 16 ottobre con l’Argentina e la Boliva.
Intoccabile, insostituibile, nessuno come lui, impossibile pensare a un Napoli senza Cavani. Ecco perchè pur rientrando soltanto ieri e con un accumulo di stress per i viaggi intercontinentali e gli impegni con la Celeste il suo impiego contro il Parma non è in discussione. Sarà lui l’attaccante più avanzato, quello che cercherà di far gol alla squadra di Donadoni, nel campionato scorso ci riuscì al «Tardini» e finì 2-1 nell’anticipo di mezzogiorno. Nel primo anno di Napoli segnò una doppietta al Parma al San Paolo, partita vinta 2-0 dagli azzurri. Restò a secco invece nel blitz in notturna a Parma, il 3-1 che rilanciò il Napoli all’inseguimento del Milan.
Mazzarri lo ha ritrovato ieri al campo, due parole e via, il Matador pronto a rientrare con la testa e con le gambe nell’universo Napoli. Lo ha fatto sempre, anche ad agosto subito dopo l’eliminazione dai Giochi Olimpici con l’Uruguay. Si riaggregò subito al gruppo azzurro e volò a Pechino e neanche a dirlo fu nettamente il migliore in campo nella notte di Supercoppa, quella della grande beffa. Il Matador segnò e giocò come un indemoniato fino all’ultimo, anche in nove contro undici. Non risentì anche allora della fatica, del viaggio e dei precedenti impegni con l’Uruguay. Non fa vacanze e si rigenera giocando. Un fisico al di sopra della norma, da atleta vero, una vita da grande professionista, una grande passione per il suo lavoro. Questi i segreti del Matador, l’attaccante che non si ferma mai e non si stanca mai di segnare. Contro il Parma tocca di nuovo a lui. Come sempre.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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