Uno, due e tre: il numero perfetto è in quell’attacco già meraviglioso; o anche nei ricordi che sgorgano dagli archivi; o nell’armonia musicale esplosa in passato; o nella bramosia. Cambia un interprete ma la musica, a immaginarla, a risentir ciò ch’è stato l’anno passato, resta meravigliosa: un inno alla felicità da conquistare attraverso i tenori, una melodia per le orecchie di una Napoli che resta appiccicata alla favola e intanto aspetta che l’orchestra s’avvii. Si scrive Hamsik, si scrive Pandev, si scrive Cavani e si rilegge tutto d’un fiato i bomber: messi insieme, dodici reti per la Vecchia Signora nel corso delle loro annate partenopee, una presenza esaltante per Mazzarri e invece minacciosa per Madame, che avverte sul capo pericoli palpabili.
MAREKIARISSIMO -L’ultimo graffio sulla maglietta bianconera è datato 20 maggio: che notte quella notte e non poteva che chiuderla Hamsik, alla sua maniera, rifilando alla Juventus l’ennesima unghiata e poi sorridendo beffardo mentre Cannavaro, nello spogliatoio dell’Olimpico, provvedeva a tagliargli la cresta ormai ricresciuta. Hamsik, Hamsik, sei volte Hamsik, con nel bel mezzo di quel contenitore la doppietta a Torino – nel primo anno di Mazzarri – per conquistare una vittoria che mancava da mezzo secolo, proprio come quella coppa Italia nel palmares d’un club e di una città alla quale ormai s’è legato (almeno) fino al duemilasedici e dalla quale pare, quando ne parla, non volersi staccare più: «Io qui sono felice, ho fatto la mia scelta» .
MATAD’OR -Ma tutto torna nei racconti d’avvicinamento alla supersfida: e il 20 maggio la fa da padrone, perché quella sera prima fu tormento e poi l’estasi, fu il delirio di Napoli in piazza sino alle sei del mattino successivo, con Cavani chiaramente propiziatore (e stavolta dal dischetto) d’una vittoria attesa da troppo tempo. La Juventus piace, eccome, al Matador, almeno quanto el Matador piaccia alla Juventus: e però quella è un’altra faccenda, da un bel po’ archiviata dalle frasi secche di De Laurentiis ( «Cavani non è sul mercato, a meno che non si presenti qualcuno e faccia una pazza offerta da cento milioni di euro» ). ma tutto ebbe inizio a gennaio del 2011, Napoli 3 e Madame 0, con il San Paolo incredulo dinnanzi a tanta abbondanza, una tripletta, l’ennesima, per abbattere, l’eterna rivale.
NEW ENTRY -E andatelo a raccontare all’uomo del triplete cosa significhi invece rievocare il match con la Vecchia Signora della passata stagione, quella doppietta che certo fu un’illusione (perché il 3-1 divenne 3-3), quelle magie scavate andando a raschiare il fondo del talento di Goran Pandev: «Mi sentii rinascere, avevo sofferto parecchio all’inizio e invece risolsi in un colpo solo i miei problemi» . Cavani, Hamsik, Pandev: tre amici al banco…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.