Avanti, tutta: perché quell’uomo (quasi) senza macchia e (sicuramente) senza paura, non sa fare altro che spingersi oltre, che puntare in alto, che inseguire se stesso ad oltranza e pure Diego. Avanti, tutti: ma quelli che ci sono, che possono esserci, che hanno facoltà di esagerare, senza risparmiare. Avanti con il turn-over, però stavolta controllato: un titolarissimo in attacco – Cavani, signori – un titolarissimo a centrocampo – più Behrami che Inler – e un titolarissimo in difesa – Campagnaro per lo squalificato Fernandez; però, altrove, c’è una spruzzata d’esperienza massiccia (Donadel), c’è il Napoli che è arrivato in Champions (Aronica e Dossena), ci sono alternative di contenuto (Dzemaili).
MODULO – E allora, avanti però voltandosi e prendendo il meglio di sé, rilanciando (quasi certamente) il vecchio modulo (3-4-1-2), quello che fornisce certezze a chiunque, Napoli-1 o Napoli-2 che sia, lasciando nello scantinato dei ricordi meno belli (il 2-2 con il Milan, dopo essere stati in vantaggio di due reti) la difesa a quattro. E’ un ritorno al passato che non è figlio del pareggio interno di sabato scorso, è semplicemente la riscoperta della propria identità, mollata per una serata soltanto; ed è anche un pieno d’autistima da garantirsi attraverso la conoscenza d’un sistema familiare.
DUBBI – I sedicesimi sono a portata di mano ma anche Cagliari è appena dietro l’uscio e l’emergenza in campionato va tenuta presente nelle valutazioni della vigilia: Cavani squalificato non sarà ad Is Arenas; Pandev che ha una caviglia cigolante dovrebbe farcela; però quando Insigne si è presentato nello spogliatoio del «Rasunda» ed ha mostrato di avere ancora qualche problema, inevitabilmente le riflessioni si sono allargate e la rosa si è ristretta: un giocatore in meno utilizzabile. E allora: squadra fatta, a meno di clamorose sorprese, come si diceva una volta: davanti a Rosati, largo a Campagnaro-Aronica-Britos, che certo non si possono definire esponenti d’un Napoli-2; a destra, tocca a Mesto spingere, e l’ultimo, quello di Marassi, s’è tuffato nella partita con prepotenza; mentre a sinistra, dovrà essere Dossena a mulinare le gambe. In mezzo, interdizione sull’asse Donadel-Behrami; tra le linee ci va Dzemaili che dovrà un po’ provare a fare l’Hamsik. E all’attacco, manco a dirlo, si va con Vargas ma si va soprattutto con Cavani, ottanta reti sin qui segnate con il Napoli, quest’anno quattordici in quindici partite: s’è fermato sabato sera con il Milan, dopo averne fatte sei in otto giorni. Avanti, tutta: perché non riesce a restare troppo a digiuno un bomber del genere.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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