Il Napoli ritrova la vittoria dopo quarantatre giorni e rivede la Champions nella serata in cui l’Udinese si ferma a Verona. Coincidenza preziosa in questo fine di campionato ancora tutto da scrivere. Non è stato un Napoli straordinario, più bello nella ripresa quando non è riuscito a trovare il gol, che non nel primo quando ha messo al sicuro la vittoria. La squadra di Mazzarri è in convalescenza e il tecnico ha provato tutte le medicine a sua disposizione per rimetterlo in sesto. Partito con un quasi canonico 3-5-2 ha concluso con un 3-4-3 passando per un 3-4-2-1 (e in quella fase, con Hamsik e Dzemaili nel ruolo di trequartisti, la squadra ha probabilmente prodotto il calcio migliore). Il Napoli di ieri ha manifestato progressi interessanti (e scoperto l’utilità e la duttilità di uno come Dzemaili che ha cambiato posizione almeno tre volte chiudendo in mezzo al campo, regista accanto a Gargano). Questi progressi andranno ovviamente verificati, a cominciare da mercoledì, contro il Lecce.
INFORTUNIO – La gara è stata in parte condizionata dallo stranissimo avvio. Il signor Doveri al primo fallo, dopo meno di un minuto, nel portare il fischietto alle labbra ha sentito un forte dolore alla spalla sinistra. Per rimetterlo in sesto medici e massaggiatori del Napoli hanno impiegato diciannove minuti. Conseguenza: i giocatori hanno impiegato un bel po’ a riscaldarsi e a rientrare con la testa in partita. Operazione peraltro non semplice soprattutto per i ragazzi di Mazzarri obbligati a sfruttare il mezzo passo falso dell’Udinese per rilanciarsi nella corsa per il terzo posto. L’assenza contemporanea di Lavezzi e Pandev costringeva il tecnico napoletano a correggere un po’ la sua squadra, con l’avanzamento di Hamsik e l’inserimento di Dzemaili, fra i tre centrali quello più votato a cercare l’avventura tra le linee. In pratica il Napoli non aveva i due uomini più bravi a saltare l’uomo e a creare la superiorità numerica. In più in una posizione troppo avanzata, Hamsik finiva per ricevere palla sempre spalle alla porta. Ritmi bassi, scarsa velocità di esecuzione, il Napoli finiva per intrupparsi davanti all’area di rigore del Novara che provava anche qualche sortita offensiva dimostrando però tutta la sua modestia tecnica. Qualcosa è cambiato quando Hamsik ha arretrato il suo raggio d’azione togliendo punti di riferimento ai difensori avversari e, soprattutto, quando il Napoli ha cominciato a cercare con maggiore continuità sulla fascia destra Maggio, quello che riusciva a dare maggiore profondità alla manovra (non a caso la prima occasione per Cavani arrivava da una bella azione in verticale Inler-Maggio e la seconda da un colpo di testa sempre del laterale deviato sulla linea di porta da Gemiti in angolo con l’aiuto della traversa). Ma la differenza vera alla fine l’hanno fatta gli errori, anzi gli orrori in fase difensiva del Novara. Il primo gol nasceva dal un pessimo retropassaggio quasi da metà campo di Radovanovic: pallone alto che arrivava al portiere rimbalzando; Fontana completava l’opera cercando di respingerlo di esterno così appoggiandolo a Dzemaili che saggiamente serviva Cavani che a porta vuota portava in vantaggio la sua squadra. Il secondo da un pallone rubato da Gargano a Mascara, servito a Cavani il cui tiro veniva deviato sui piedi di Cannavaro appostato a pochi metri dalla porta.
SBLOCCATI – Dopo tre sconfitte consecutive, il Napoli per ritrovarsi dal punto di vista non solo del risultato ma soprattutto del gioco, aveva bisogno di segnali positivi. I due gol lo sono stati e nella ripresa si è visto una squadra decisamente più bella: corta, armonica, di nuovo capace di giocare palla a terra e in velocità, con i continui inserimenti dei centrocampisti negli spazi. Per progressivi aggiornamenti, Mazzarri è arrivato alla quadratura del cerchio con due trequartisti (a destra Hamsik e a sinistra Dzemaili, probabilmente il giocatore che ha garantito la maggiore continuità di rendimento nei novanta minuti) e un solo attaccante Cavani, come al solito molto mobile. Restano ancora da risolvere i problemi di fase difensiva (e le amnesie sulle palle inattive) anche se ieri sera le sofferenze anche per la pochezza offensiva dei piemontesi, sono state ridotte al minimo (una grande uscita bassa su Caracciolo presentatosi troppo facilmente davanti alla porta). Ma da questa vittoria, attesa troppo a lungo per le consuetudini napoletane, Mazzarri e i suoi ragazzi possono ripartire: la corsa verso il terzo posto è ancora tutta da celebrare.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro