La notte della stella è la notte della storia e il capolavoro d’una giornata che resta impressa nella memoria, timbrata a fuoco, è lo spartiacque tra le felicità più sfrenata d’una città in preda al delirio e la normalità d’una Napoli ormai stufa di rimanere infilata nella mischia: «Noi sapevamo che potevamo farcela» . La notte è fatta per segnare e ora ch’è fatta, ancora una volta, l’ennesima doppietta d’una parentesi densa d’emozioni, il matador cortese è l’immagine-simbolo ch’emerge dallo stadio e vola nel cielo azzurrato da quelle magie: «Lasciateci godere questo momento favoloso. E’ bellissimo. Noi sin dal primo giorno abbiamo saputo ch’eravamo in grado di farcela» . La testa, il piede ma soprattutto il cuore che batte forte, come se fosse impazzito: il Cavani-show è perfidia allo stato puro o leggerezza indiscutibile, è senso tattico, è cinismo, è dolcezza, è un volto radioso. «E’ gioia, ora. Credetemi. Soprattutto gioia per questa gente che ci è sempre stata vicina. Le mie dediche sono le stesse: a Dio che mi dà la forza e la possibilità di essere quello che sono e la mia famiglia, che mi spinge» .
AVANTI, CREATIVO – Quarantuno reti, una manciata di triplette ed ora la sesta doppietta, ma stavolta in Champions League, nell’élite d’un calcio sempre più dominato da un matador sfrenato, un genietto capace d’ogni impresa e in qualsiasi condizione, l’unto del Signore d’una Napoli ormai fatalmente inginocchiata dinnanzi alla sua genuinità: «Noi siamo sempre pronti a dare il massimo e pure contro il Manchester l’abbiamo fatto: a volte si perde, altre si riesce a vincere. Stavolta siamo stati bravi e posso essere grato a Dio e alla mia famiglia che mi aiutano ad andare avanti» .
«E ORA CALMA» – La notte è un’orgia in cui le lacrime della folla inondando le vie e ci sono giovani, vecchi e bambini sperduti nella loro dimensione onirica: è la notte del matador, pure questa, ed è un’onda travolgente di passione, è l’euforia che tracima e che Cavani prova a contenere faticosamente, rigorosamente aggrappato al ruolo di moderatore che va rivestito: «Non penso al Villarreal, né so dirvi se siamo a questo punto favoriti per il passaggio del turno. So per certo quello che sto provando e avverto ciò che stanno provando i nostri tifosi, che sono semplicemente fantastici. Alla trasferta in Spagna penseremo quando sarà il momento, per ora rimaniamo incollati a questa vittoria e la gustiamo finché possiamo» .
MESSAGGIO SCUDETTO – E’ impossibile rimuovere quella patina d’ebrezza da dosso ed è anche ingiusto, perché intorno Napoli è ubriaca, divora le tenebre con gli occhi spalancati su un 22 novembre 2011 da ricordare per l’eternità: quando venne battuto il Manchester City degli sceicchi, quando sul passaporto per gli ottavi di Champions sembra essere stato apposto un visto dipinto d’azzurro, quando ci si può rituffare in quel campionato che chiama, e lo scudetto che resta scolpito nell’allegria: «E’ la vittoria nostra e quella dei tifosi, è una giornata da godere appieno. Però ora pensiamo alla prossima sfida, quella di sabato con l’Atalanta» . Ma un Cavani così, un Napoli ed una Napoli così, sono un poster per il futuro: dal girone della morte all’impresa della vita. Napoli è mille colori, matador.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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